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Recensione: La misura della felicità di Gabrielle Zevin (Ediz. Nord, 2014)





Cari lettori, ho un sacco di recensioni arretrate, colpa delle ferie, che impigriscono (anche quando sono ferie estive...ma il clima meteo è più da albero di natale che da bikini).

Oggi vi scrivo la mia opinione su questo romanzo di Gabrielle Zevin che ha ricevuto tante entusiastiche recensioni. Inutile dire che mi sento un po' una voce fuori dal coro.
La Misura della felicità è un romanzo carino, che si legge tutto d'un fiato, il problema è che quando lo finisci hai l'impressione che ti sia rimasto poco o nulla. Non lascia il segno, almeno così è successo a me.
Favola moderna sul potere dell'amore e soprattutto della lettura, il libro ci racconta la storia di un libraio triste, scostante ed addolorato, che vive per la sua piccola libreria, Island books, dove "nessun uomo è un'isola, ogni libro è un mondo". Un giorno una donna misteriosa abbandona in libreria una bimba di due anni, Maya, che il libraio burbero decide di adottare e che gli conquisterà il cuore, aprendolo ad una nuova felicità ed anche ad un inatteso amore.
La trama è semplice, al centro i buoni sentimenti, la redenzione, la "seconda possibilità" , tutti temi tanto cari alla letteratura americana. Anche lo svolgimento e lo stile narrativo sono semplici, così semplici che il romanzo scivola agilmente fino all'ultima pagina, ma senza addentrarsi mai nel "vivo". Il rapporto tra il libraio e la piccola, ad esempio, risulta davvero poco esplorato. Della bimba, dei suoi sentimenti, sogni, affetti, conosciamo poco o nulla, eccezione fatta per la precoce intelligenza; Maya rimane un personaggio centrale per la storia, ma spesso "trasparente" dal punto di vista della narrazione. L'autrice non riesce (mia opinione personale) a fare quel passo in più ed a creare una vera empatia tra lettore e personaggi. Le parti in cui c'è maggior trasposto sono quelle in cui i veri protagonisti sono i romanzi e la lettura: i consigli fulminanti e contro corrente che il libraio dà ai suoi avventori ed il suo "testamento spirituale", intelligentemente inserito sotto forma di lettere alla figlia con richiami a testi letterari e consigli di vita. Probabilmente la parte che mi è piaciuta di più!

"... Mi sono imbattuto di nuovo nella Fortuna di Roaring Camp un paio di anni fa e ho pianto così tanto che, quando prenderai in mano la mia edizione economica della Dover, vedrai che è deformata dalle lacrime. Credo di essermi ammorbidito, con la mezz'età. Ma credo pure che la mia reazione più recente a questo libro sia la prova che bisogna incontrare le storie al momento giusto. Ricorda, Maya: le cose che ci colpiscono a vent'anni non sono necessariamente le stesse che ci colpiscono a quaranta, e viceversa. Questo è vero nei libri e anche nella vita."


Commenti

  1. Ciao:) Davvero carino il tuo blog, mi piacciono molto i colori!
    La misura della felicità mi ispira molto, da quanto ho capito dalla recensione potrebbe essere una tranquilla lettura estiva, senza grosse pretese

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  2. Grazie! sono felice ti piaccia!
    In quanto al romanzo...sicuramente godibile, basta non avere grosse aspettative (io mi lasciata un po' fuorviare dai commenti letti in rete)!

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