Recensione: Gli squali di Giacomo Mazzariol (Ediz. Einaudi, 2018).

L'estate della maturità. L'estate in cui puoi fare quello che ti pare. L'attendi, la sogni, la organizzi, e può succedere che all'ultimo momento salti tutto. Perché l'estate della maturità è anche quella in cui la vita sta per diventare tua e basta. Devi scegliere da solo e, per la prima volta, conosci la paura del futuro. Max frequenta l'ultimo anno di liceo in una cittadina della provincia veneta; è uno come tanti, bravo con i computer. Filippo, Anna, Beatrice e Andrea sono i suoi amici di sempre: con loro ha diviso ogni istante fin dall'asilo e con loro ha progettato di trascorrere i mesi che precedono l'inizio dell'università. Ma un semplice algoritmo, creato nella sua cameretta da figlio unico, gli stravolge in un attimo l'esistenza: invece che in giro per l'Europa a sentire concerti si ritrova a Roma a lavorare in un incubatore di start-up. In poche settimane il vecchio Max non c'è piú. Il mondo in cui è cresciuto si sgretola sotto i suoi occhi mentre lui cerca disperatamente di conservarne frammenti. Cambiano le aspirazioni, le compagnie, si modificano i rapporti con i genitori; l'amore si presenta in maniera inaspettata. Tutto troppo rapido, tutto troppo presto. Forse è meglio rallentare. A patto di non fermarsi

"Squali, ecco cosa eravamo, ecco cosa dovevamo essere. Animali capaci di scivolare in un mondo che aveva perso solidità, che era diventato instabile. Nulla mi suonava negativo in quella parola usata per descriverci: squali. Non eravamo crudeli, solo affamati. Non eravamo impazienti, solo non potevamo restare immobili".

Sono squali i ragazzi del nuovo millennio raccontati da Giacomo Mazzariol nel suo ultimo romanzo. Sono ragazzi cresciuti in un mondo in continuo e veloce cambiamento, che vivono e condividono tutto sui social network, che navigano in rete fin da bambini e che con la tecnologia ci sanno fare, tanto da riuscire, come il protagonista di questa storia, ad inventare quasi per gioco applicazioni in grado di trasformarsi in imperdibili opportunità lavorative.

Gli squali è un romanzo di formazione che racconta la gioventù della provincia italiana, siamo in un paesino del Veneto, nel più classico dei momenti di transizione verso la vita adulta: l'estate che segue l'esame di maturità. 

Ve lo dico subito, la storia non brilla per originalità e in certi momenti manca di un po' di mordente, di quel guizzo che rende un libro indimenticabile, ma la lettura è piacevole, ha il pregio di essere garbata e di raccontare la faccia pulita e sana della gioventù del nostro paese. 

Sono una lettrice smaliziata, nelle famiglie travagliate e disfunzionali ci sguazzo, gli amori mi piacciono tormentati, i cattivi ragazzi mi affascinano: per una volta però è stato gradevole prendermi una breve pausa e godermi una storia semplice e fresca. 

Ne Gli squali, le famiglie sono solide, il protagonista e il suo gruppo di amici sono bravi ragazzi alle prese con le incertezze che tutti abbiamo sperimentato alla loro età. C'è la voglia di evadere, ma anche la paura del nuovo, ci sono i piccoli tradimenti, i primi amori, le delusioni e le passioni caratteristiche di quell'età in cui non si è più ragazzini, ma non si è ancora adulti. Ancora, c'è la grande città con le sue mille luci e attrattive, ma c'è anche la provincia, sonnolenta, noiosa forse, ma pur sempre accogliente. Il luogo confortante in cui tornare, dove ritrovare gli affetti, gli amici di sempre e i ricordi dell'epoca più bella e spensierata. 

È una gioventù, quella di Mazzariol, con la testa sulle spalle e tanta voglia di trovare il proprio posto nel mondo, una gioventù in cerca di modelli, spaesata, forse ingenua, sicuramente non perduta come spesso la si dipinge. Un ritratto forse un po' semplicistico, e non esente da qualche stereotipo, ma che nel complesso ho trovato genuino.

Un romanzo leggero, veloce, adatto a tutti, anche se credo il suo pubblico ideale sia proprio quello dei più giovani. Per qualche ora di lettura disimpegnata. 

Genere: le mille luci della grande città.

Pagine: 176.

Voto: 

 più.