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Recensione: La danza dell'orologio di Anne Tyler (Ediz. Guanda, 2018).



Buongiorno Lettori, oggi vi lascio le mie impressioni su La danza dell'orologio, ultimo romanzo di Anne Tyler, autrice che mi affascina da sempre per la sua capacità di raccontare i piccoli gesti e le emozioni di personaggi solo all'apparenza ordinari. 

Ne La danza dell'orologio la protagonista, Willa Drake, ha fatto della normalità e dell'affidabilità uno stile di vita. Sempre comprensiva e accomodante, Willa ha messo spesso la sua vita in secondo piano per accudire i due figli e il marito. Rimasta vedova, ha sposato in seconde nozze un uomo caparbio e sicuro di sé, lasciando ancora una volta che sia qualcun altro a scegliere per lei cosa fare e come farlo. 

Un giorno Willa riceve una strana telefonata da Baltimora; l'ex fidanzata di suo figlio ha avuto un incidente e c'è bisogno di qualcuno che accudisca la figlioletta rimasta sola. La bambina non è sua nipote, partire in tutta fretta sarebbe una follia: questo è il primo, ragionevole, pensiero della protagonista. Eppure, qualcosa dentro di lei si sta muovendo “... ultimamente nella sua vita non stava succedendo granché”. E' un sentimento timido ma persistente, che pian piano scava dentro di lei, le fa alzare il capo e la porta a Baltimora, dove conosce la piccola Cheryl, la sua mamma, il loro buffo cane e la comunità in cui vivono. E la vita di Willa non sarà più quella di prima. 

Anne Tyler si conferma una grande narratrice, capace di dare voce a emozioni e sensazioni che tutti abbiamo provato una volta nella vita. La sua penna ce le restituisce intatte, in modo preciso e umanissimo. E tante volte, leggendo i suoi libri, mi sono trovata a pensare “ho sentito anch'io quella cosa dentro, solo che non trovavo le parole per spiegarla, non riuscivo a darle un nome”. Lei, Anne Tyler, le parole le trova sempre. 

Ne La danza dell'orologio, l'esistenza di Willa è scandagliata nei minimi particolari fin dai tempi dell'infanzia, per farci comprendere le origini del suo carattere mite e remissivo. La sua vita si dipana pagina dopo pagina, senza sussulti, senza scossoni, solo piccoli moti d'animo, qualche lacrima, qualche momento buffo, tanta normalità. E quando a Baltimora ci accorgiamo, assieme a lei, che qualcosa sta cambiando, non possiamo che fare il tifo per lei, per quel nuovo soffio di vita che la anima. 

Un romanzo delicato, che non deluderà gli estimatori di questa grande autrice americana. Per chi ancora non la conosce, può essere un buon punto d'inizio, consapevoli che nelle pagine di Anne Tyler non troverete adrenalina, né effetti speciali. Le sue storie, che sicuramente qualcuno può trovare lente, sono un elogio delle piccole emozioni e della normalità (ma mai della banalità).

Genere: la solitudine di una donna mite.
Pg. 308.
Voto:
 meno
                                      
  

Commenti

  1. Devo assolutamente conoscere la Tyler, anche se non partendo necessariamente da questo romanzo. :)

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    1. In effetti puoi iniziare da titoli più famosi. Io non ho letto tanto della Tyler, giusto tre o quattro libri, ma mi ha conquistata (certo, bisogna mettere in conto una certa lentezza). Baci.

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  2. Mi ricorda un po' il mio romanzo preferito della Tyler! Mi riferisco a Per puro caso. Mi hai fatto venire voglia di leggerlo. Ciao da Lea

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    1. Una blogger gentile mi ha regalato Per puro caso. Colpevolmente, è ancora sul comodino. Devo leggerlo ;) Un bacio.

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  3. Ciao Tessa, la Tyler gironzola da un po' nella mia mente. non sono certa che questo possa essere il libro giusto per me, però sono felice che tu me l'abbia fatta tornare in mente. Un abbraccio

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    1. Ciao Baba, come ho detto a Mik sopra, puoi iniziare da qualche titolo più noto e famoso. Così, giusto per vedere se lo stile ti piace. Ricambio l'abbraccio, forte.

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