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Recensione: Essere vivi di Cristina Comencini (Ediz. Einaudi, 2016).

Buonasera Lettori, oggi vi parlo di Essere vivi, l'ultimo lavoro di Cristina Comencini. Scrittrice, regista, sceneggiatrice, la Comencini è un'artista poliedrica che personalmente, dal punto di vista letterario, conoscevo poco; questo romanzo, dalle poche pagine e dalla copertina accattivante, regalo di un'amica, mi ha letteralmente catturata dalla prima all'ultima pagina, tanto da farmi passare un notte insonne di lettura compulsiva, con buona pace delle mie occhiaie.
Essere vivi parla di amore incondizionato ma anche condizionante, parla di nascita e rinascita, del "prima" e del "dopo". Lo fa attraverso la storia di Caterina, che da bimba ha conosciuto la malattia, gli abusi, la povertà materiale e affettiva e che poi ha incontrato Graziella, la sua mamma adottiva, donna apparentemente fortissima, che ha dedicato buona parte della sua vita a strapparla dal buio del "prima" e a costruirle un "dopo" degno di una favola. L'ottimismo con cui Graziella affronta la "ricostruzione" di Caterina è dirompente, quasi ingombrante, non lascia spazio a dubbi o a tentennamenti, soprattutto chiude a doppia mandata la porta che si affaccia sul passato della figlia. 
Spronata, curata, amata, Caterina cresce, guarisce, studia, mette su famiglia, eppure la felicità, quella vera, le sfugge. Insofferente e irrisolta, si cruccia di non riuscire ad amare in modo incondizionato la donna che l'ha cresciuta, mentre i pochi ricordi della sua vita precedente la rendono costantemente divisa in due. Anche Graziella, una volta consegnata alla figlia la vita adulta che le ha faticosamente cucito addosso, si trova senza uno scopo, senza una missione in cui mettere tutta se stessa. Il vuoto interiore la porta ad allontanarsi dalla famiglia e a intrecciare una relazione totalizzante con un artista dalla vita piuttosto tormentata. 
Nel "dopo" di Graziella c'è il sentimento totalizzante per Sebastiano e la morte, che li vede uniti in circostanze misteriose, in una camera d'albergo in Grecia; nel viaggio di Caterina per il riconoscimento ufficiale del corpo della madre, c'è un complicato percorso interiore in cui l'esigenza di ricordare e fare pace con la memoria della sua prima infanzia, va a braccetto con l'accettazione di una figura materna, quella di Graziella, molto più complessa e sfaccettata di quanto Caterina avesse mai immaginato.
In questo viaggio intimo e doloroso, che non ha nulla di razionale, se non la voce del marito che l'attende in Italia con i figli, la storia della protagonista si intreccia con quella di Daniele, il figlio di Sebastiano. 
Riservata e schiva lei, impetuoso, iperattivo e senza filtri (a livello quasi patologico) lui, i due sperimentano, nei pochi giorni trascorsi insieme, una strana alchimia, un sentirsi vivi, che passa attraverso l'accettazione delle proprie radici e dei propri buchi dell'anima e la consapevolezza che nessuno, nemmeno la madre animata dalle migliori intenzioni, può cancellare il tuo "prima" e importi un "dopo".
Tutto è iniziato in quella vacanza, quando io ho scelto di abitare il tuo mondo e tu di lasciarlo. Non importa se ci sono voluti anni, era già tutto lì. Avremmo dovuto buttare giù il muro che ci divideva solo apparentemente, come ora, in questa stanza, perché in realtà avevamo la stessa morte nel cuore.
Questo romanzo, breve e totalmente giocato sulle emozioni più intime dei protagonisti, è scritto con uno stile nervoso, urgente, dove ogni parola pare affilata, tagliente, ogni morbidezza abolita, qualsiasi forma di ironia inimmaginabile. Questi sono elementi che di solito non mi mettono a mio agio, nella lettura: le storie troppo cupe, i personaggi nevrotici, non fanno per me.
Eppure il racconto di questo rapporto madre-figlia, di queste due donne imperfette, una che soffoca l'altra di amore zelante e totalizzante, l'altra che affoga nella colpa di non riuscire a ricambiare il sentimento, mi ha ipnotizzato. Ho trovato la prima parte coinvolgente e vera, un pugno nello stomaco in certi punti, mentre la seconda parte, quella dell'incontro con Daniele, è forse meno realistica, ma a quel punto ero totalmente presa e ho perdonato senza problemi qualche lacuna narrativa e qualche comportamento-pensiero per me troppo irrazionale dei personaggi.
Un romanzo particolare, che forse non piacerà proprio a tutti, ma che mi sento di consigliare, specie a chi ama gli autori italiani.

Genere: vite al bivio.
pagine:166.
Voto: 

Commenti

  1. Non è il tipo di libro che sceglierei di leggere, ma la tua recensione così sentita mi rende meno categorica. Mi hai incuriosita.
    Un bacio da lea

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    1. So che non ti piacciono i libri cupi e senza humor ma se ti capita per le mani.. magari provalo!(poi non mi picchiare però!).
      Baci baci

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  2. Una lettura particolare! Nonostante la tua recensione sia stata chiara e accattivante per ora la lascio andare... ma grazie al tuo pensiero ho conosciuto un libro e un'autrice che altrimenti sarebbe passata inosservata! Buona serata!

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    1. Se ci ripensi fammi sapere! è un romanzo che lascia il segno :)

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  3. Lo stile, a colpo d'occhio, già mi piace molto.
    E la Comencini è anche bravissima come regista: ricordo, di suo, La bestia nel cuore. Pure tosto.
    Spero di leggerlo. :)

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    1. Come regista la conosco, mentre come autrice avevo letto solo un romanzo, anni fa, Il cappotto del turco, che mi era piaciuto. Secondo me è un libro, Essere vivi, che amerai.

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  4. Non la conosco come autrice ma questo libro lo avevo adocchiato. Aspettavo la tua recensione che mi ha convinta totalmente!

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    1. Nunzia, mi ero persa il tuo commento! scusa!
      Grazie mille :)

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  5. accidenti Tessa tu sei un vero uragano per le mie liste di libri da leggere, a causa tua ne devo sempre aggiungere troppo :( non ne vengo più fuori
    :)

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  6. Mi piacciono molto gli aggettivi che hai utilizzato per rimarcare quello che è lo stile dell'autrice. Terrò in considerazione questo titolo che non conoscevo. Grazie Tessa! :)

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  7. Una delle mie prossime letture, spero, perché invece io adoro i personaggi nevrotici e le storie cupe ^^

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  8. E la tua recensione arriva come un pugno allo stomaco, ho recuperato il libro spinta dalla tua stessa urgenza di avvicinarmi all'autrice e colpita dalla copertina. Lo leggerò ancor più presa dopo le tue parole decise.

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    1. Anch'io sono rimasta folgorata dalla copertina! secondo me ti piacerà, questo strano romanzo.Fammi sapere :)

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    2. Certo Tessa, sarà un piacere :-)

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  9. Ok leggerò. Tu hai fatto una lettura sincera

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