Recensione: Una specie di felicità di Francesco Carofiglio (Ediz. Piemme, 2016).
Buongiorno Lettori, è arrivata l'estate, siete contenti? Io lo sarò solo se e quando approderò su una spiaggia. La mia tolleranza al caldo cittadino è ormai ai minimi storici! Sto leggendo parecchio in questi giorni, ma sono piuttosto latitante sul blog, portate pazienza, l'idea del vecchio pc ansante e bollente sui miei garretti desnudi (che bella immagine) non mi attrae per nulla!
Sceneggiatore, illustratore, scrittore, Francesco, fratello del più noto Gianrico, è un artista poliedrico che mi ha regalato, in passato, ore di piacevole lettura e belle emozioni. Ricordo fra gli altri L'estate del cane nero, Radiopirata, Ritorno nella valle degli angeli, romanzi ben scritti, con temi ricorrenti a me cari, come l'adolescenza, il divenire adulti, il ricordo delle proprie origini.
Più recentemente, nella bibliografia dell'autore troviamo un romanzo breve scritto a due mani con il fratello (La casa nel bosco, qui per saperne di più) e un paio di titoli che non mi hanno entusiasmata.
Una specie di felicità, libro breve e molto intimista, si pone un po' nel mezzo: l'ho letto velocemente e con piacere, ma non l'ho trovato all'altezza dei primi romanzi.
Giulio d'Aprile è uno psicoterapeuta molto bravo nel suo lavoro, un po' meno nel compito piuttosto difficile di fare chiarezza in se stesso e liberarsi dei tanti freni a mano tirati che rallentano e bloccano la sua esistenza.
Giulio è prigioniero di una grande solitudine interiore e di una certa tendenza a lasciarsi trasportare dagli eventi. E' separato, ha due figli con i quali non ha un grande dialogo, specie con la figlia adolescente ci sono incomprensioni e silenzi, e un padre che, a un certo punto della vita, ha abbandonato moglie e figlio per inseguire un sogno di libertà e felicità che Giulio non può comprendere e la cui assenza pesa come un macigno. L'unica roccia alla quale Giulio si aggrappa è sua mamma, una donna forte e determinata, che soffre dei primi acciacchi di un'età non più verdissima.
In un momento di insicurezza personale e affettiva, Guido inizia un nuovo percorso lavorativo: si tratta di sedute settimanali di psicoanalisi con il Professore, ovvero con l'uomo che è stato, all'università, suo maestro e mentore e che attualmente vive in spontaneo "ritiro" in una casa di cura.
Il professore è un uomo di straordinaria cultura ed è poco incline ad accettare le regole dell'analisi e così ben presto le sedute diventano il campo di battaglie verbali, dove i ruoli si invertono e i vissuti dei due si mescolano e danno spunto a conversazioni che toccano corde sempre più personali e dolorose.
Due personaggi femminili diventeranno, strada facendo, centrali nella narrazione e nelle esistenze dei due uomini: uno rappresenta il passato con cui il Professore deve riconciliarsi, l'altro la spinta vitale, il salto nel buio, l'ignoto, che Giulio deve imparare a accogliere senza paura.
Se da una parte ho trovato bella l'idea delle sedute tra i due colleghi, il maestro e l'allievo, che consentono anche richiami al passato di Giulio, alla sua vita da "mediano", al suo vivere defilato, lontano da decisioni e grandi emozioni, dall'altra alcuni dialoghi e le frequenti citazioni, mi hanno lasciata abbastanza indifferente (lo so, il mio solito problema con la filosofia spiccia). E il personaggio di Giulio mi è parso spesso poco incisivo: il quarantenne in crisi esistenziale è diventato, letterariamente parlando, un po' un cliché, e il nostro protagonista, pur nella sua intelligenza e nel suo attaccamento alle origini e alla famiglia (le scene ambientate nella casa natale con la madre, sono, a mio gusto, le migliori), virtù che ho apprezzato, non mi è parso aggiungere nulla di originale a quanto già descritto in altri romanzi. Anche il suo strano rapporto con una donna misteriosa e piuttosto inquietante (e qui potrei dirne parecchie, ma, mannaggia, non posso spoilerare), non è riuscito a farmi amare o capire di più il nostro protagonista e la storia in generale.
Un libro che si legge, scorrevole, ben scritto, ma che a me ha lasciato poco. Mi dispiace, forse sono particolarmente severa in questa recensione, perché l'autore mi ha abituata a romanzi e personaggi di gran lunga migliori.
Genere: In treatment.
Pagine: 240.




Cavoli! Pensavo saresti stata più cattiva. Comunque non lo leggo ;-)
RispondiEliminaLea
ahahah. Non sono riuscita ad essere più cattiva (beh, proprio carina non sono stata) perchè mi son resa conto che se raccontavo della Signorina..spoileravo troppo!
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sono d'accordo con Lea anche io credevo fossi stata più cattiva invece ... :)
RispondiEliminasei troppo buona tu cara la mia Tessa
Ihih (nitrito), ma buona proprio no!
EliminaLa copertina però è bellissima! :-)
RispondiEliminaDavvero, e lui è una bella persona. Ma la storia non mi ha soddisfatto.
EliminaCavolo peccato! In genere mi piace Carofiglio. Un saluto :)
RispondiEliminaAnche a me piacciono entrambi i Carofiglio, per Gianrico anni fa avevo una specie di adorazione! Sono due bravi scrittori!
EliminaMa come sono carucce le Converse :-)
RispondiEliminaPer quanto riguarda il libro sei stata abbastanza chiara, volevo leggerlo, ma adesso ho deciso di passare!
Cuore! ctanta responsabilità? non so. Spesso abbiamo gusti diversi, io e te, magari a te piace! è scritto bene, ma non mi ha presa.
EliminaMmm ho tanti libri da leggere... preferisco fidarmi per ora o "provarci"con il fratello😉
EliminaOFFERTA DI FINANCIAMENTO SENZA PROTOCOL GIUSEPPINA Eleonora.
RispondiEliminaIo chiamata GIUSEPPINA Eleonora, mi sono una donna sposato al focolare in Christ e con figli di nazionalità italiana e con le mie azioni voglio grazie a ciò che il mio dio lo ha offerto aiutare le famiglie in gesto inferiore con un prestito del 2000 a 50.000 € al 2%. Volete contattarmi se siete riguardare sul mio e-mail principale ed unico: giuseppina.eleonora01@gmail.com per la vostra domanda grazie!