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Recensione: Punizione di Elizabeth George (Ediz. Longanesi, 2018)


Buongiorno Lettori, oggi vi lascio il mio pensiero su un romanzo che attendevo con ansia da mesi, ovvero Punizione di Elizabeth George, ventesimo capitolo della serie che vede protagonisti l’ispettore Thomas Lynley e il sergente investigativo Barbara Havers. 

Trama: Suicidio. Questo sostiene la polizia. Ma la vittima, Ian Druitt, diacono dell’incantevole cittadina medioevale di Ludlow, è deceduta mentre era sotto custodia cautelare con l’accusa di un crimine vergognoso. Quando anche l’inchiesta degli Affari Interni conferma che non c’è nulla di sospetto in quanto accaduto, il caso sembra chiuso. Ma la famiglia della vittima non accetta questa versione dei fatti. E ha conoscenze tali da riuscire a far riaprire il caso. Quando il sergente Barbara Havers arriva a Ludlow e inizia a indagare sulla catena di eventi che hanno portato alla morte di Ian Druitt, tutto sembra confermare che si sia tolto la vita. Ma una sensazione che non rie­sce a scrollarsi di dosso le dice che le cose non sono quelle che sembrano. Decide così di osservare più da vicino gli abitanti apparentemente insospettabili, in gran parte pensionati e studenti, e scopre che quasi tutti hanno qualcosa da nascondere… La verità verrà a galla solo con l’arrivo in paese dell’unico investigatore della Metropolitan Police sufficientemente lucido e indipendente da poter mettere in dubbio l’operato dei colleghi, e svelare le corruttele e connivenze che hanno portato alcuni poliziotti a celare la verità. Questo investigatore è Thomas Lynley.


Fan di questa serie da molti anni, ve ne ho parlato spesso (ad esempio qui). Vi ho consigliato caldamente di leggerla seguendone l'ordine cronologico, iniziando da E liberaci dal padre (o da Il lungo ritorno, che è il prequel della serie), di godervi le trame intricate e sempre brillanti di questi gialli di stampo tradizionale e soprattutto i legami umani che si creano, libro dopo libro, tra i vari protagonisti ricorrenti, un vero valore aggiunto di questa serie così longeva. 
Allo stesso tempo, negli ultimi anni, ho più volte espresso il mio disappunto per alcune scelte dell'autrice, e più di tanto non posso dirvi per non spoilerare. In generale la decisione di rinunciare, in modo più o meno definitivo, ad alcuni personaggi e l'entrata in scena di nuovi e meno azzeccati comprimari, credo abbia piuttosto penalizzato gli ultimi romanzi della serie. Allo stesso modo, anche Barbara e Thomas, i protagonisti, hanno subito cambiamenti poco graditi ai fan. 

Ecco, sono contenta di dire che Punizione segna un ritorno al passato, pare quasi che Elizabeth George abbia letto le recensioni dei suoi Lettori (probabilmente non proprio le mie, non arrivo a tanto! Anche se molte mie "richieste" sono state esaudite) e abbia aggiustato il tiro. Il romanzo vede il ricongiungimento della strana coppia investigativa Lynley-Havers, impegnati insieme a risolvere uno strano caso di suicidio nella bella cittadina medievale di Ludlow, dove l'indagine è ambientata. E anche se Lynley entra in scena solo nella seconda parte dell'indagine, il ritrovato rapporto con Barbara, l'ironia e l'affiatamento fra i due, fanno la differenza. Leggere Punizione è un po’ come ritrovare vecchi amici! 

Il romanzo è gradevole e scorre bene, l'abilità della George nel creare trame articolate, scandagliando l'animo dei personaggi, disseminando indizi, prove e interrogativi, è un suo marchio di fabbrica. Rispetto ai libri precedenti, ho apprezzato una ritrovata leggerezza, specialmente nei dialoghi tra i protagonisti. Brio e umorismo che tanto mi erano mancati negli ultimi volumi.

Cara Elizabeth, se mi leggi, la prossima volta mi piacerebbe ritrovare anche Simon e Deborah. Per il resto, continua così! 

Un romanzo che farà felici tutti i fan della serie. Per tutti gli altri, il consiglio è sempre quello: iniziate dal primo volume, e godeteveli tutti (o quasi).

Genere: Welcome back, Mr Lynley.
Pagine: 720.
Voto: 
 e mezzo.

Commenti

  1. Ciao! Aspettavo proprio di leggere se ti era piaciuto!!! Anche per me è stato come ritrovare dei vecchi amici e sono stata contenta fi ritrovarli in forma. Barbara mi è troppo simpatica. Aggiungo che mi è piaciuto riflettere sul tema della genitorialità, per gli spunti che offre questo libro. È stato interessante riflettere sul fatto che succede che i genitori non riescano a vedere chi sono i propri figli, perché riescono a vedere solo il riflesso di se stessi, perché hanno paura di quello che potrebbero vedere, perché un figlio che non risponde alle aspettative mina nel profondo anche la loro immagine di sé. Al centro della vicenda c'è anche questo: un rapporto fra genitori e figli che risulta sbagliato per motivi molto umani, perché da genitori sì cerca di fare del proprio meglio ma non sempre ci si riesce.
    Anch'io spero di incontrare ancora Simon e Deborah e spero di leggere ancora le storie di Elizabeth George.

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    1. Ciao Paola :) Sai che leggendo il romanzo mi sono proprio fermata a pensare quanto il tema della genitorialità, spesso "disturbata", sia ricorrente nelle trame della George! Pensavo a E liberaci dal padre, Cercando nel buio, Nessun testimone, Le conseguenze dell'odio, Un piccolo gesto crudele, padri e madri che agiscono a fin di bene, a volte, ma con risultati catastrofici (in altri casi agiscono in modo malato e basta). Evidentemente è un argomento al quale l'autrice è molto sensibile. Detto questo: sì, sono tornati e io ho già voglia di leggere il prossimo romanzo!

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    2. Vero. Anche Dicembre è un mese crudele affrontava il tema dell'essere genitori e genitori adottivi. Eh, l'importanza delle radici familiari, la responsabilità dei genitori, l'incapacità di chiamare le cose con il loro nome hanno un peso enorme nell'educazione, anche in assenza di delitti!
      Comunque come sempre, ho cercato di farmelo durare e invece l'ho letto d'un fiato e, nonostante la mole, l'ho finito presto.
      Ho riletto un libro di Agatha Christie in questi giorni, "Un delitto avrà luogo" e sono alla ricerca di nuove ispirazioni.

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  2. Ciao! Aspettavo proprio di leggere se ti era piaciuto!!! Anche per me è stato come ritrovare dei vecchi amici e sono stata contenta fi ritrovarli in forma. Barbara mi è troppo simpatica. Aggiungo che mi è piaciuto riflettere sul tema della genitorialità, per gli spunti che offre questo libro. È stato interessante riflettere sul fatto che succede che i genitori non riescano a vedere chi sono i propri figli, perché riescono a vedere solo il riflesso di se stessi, perché hanno paura di quello che potrebbero vedere, perché un figlio che non risponde alle aspettative mina nel profondo anche la loro immagine di sé. Al centro della vicenda c'è anche questo: un rapporto fra genitori e figli che risulta sbagliato per motivi molto umani, perché da genitori sì cerca di fare del proprio meglio ma non sempre ci si riesce.
    Anch'io spero di incontrare ancora Simon e Deborah e spero di leggere ancora le storie di Elizabeth George.

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  3. Autrice nelle tue grazie, come ben so, che vorrei assolutamente scoprire prima o poi. Magari nei prossimi mesi, con un po' di respiro, ché il giallo si addice all'estate? :)

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    1. Sono gialli non certo leggerini, ma secondo me potrebbero piacerti assai!

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  4. Mi piacerebbe leggere i romanzi di questa scrittrice! Seguirò il tuo consiglio iniziando da "E liberaci dal padre", un titolo inquietante e avvincente :)

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  5. Ho abbandonato la George un po' di tempo fa e forse ho sbagliato. Non posso saltare quelli che non ti hanno convinto e ripartire da qui?
    Lea

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