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Recensione: Elmet di Fiona Mozley (Fazi Editore, 27/09/2018)


Elmet, romanzo d'esordio della giovane autrice inglese Fiona Mozley, finalista al  prestigioso Man Booker Prize lo scorso anno, esce oggi in tutte le librerie per Fazi Editore. Io ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima e in questo post vi lascio il mio pensiero, decisamente positivo. 

"Elmet è stato l’ultimo dei regni celtici indipendenti d’Inghilterra e in origine si estendeva lungo la valle di York... Ma ancora durante il XVII secolo quella stretta gola e i suoi bordi laterali, sotto le brughiere glaciali, continuavano a essere una “terra di nessuno”, un rifugio per chi voleva sottrarsi ai rigori dalla legge". 
Ted Hughes, I resti di Elmet  

Yorkshire, nord Inghilterra, in quella zona rurale che un tempo era l'antico regno celtico di Elmet, terra di foreste, briganti e miti popolari, trovano rifugio Daniel, quattordicenne esile e assennato, la solitaria e volitiva sorella maggiore Cathy e il padre John. Una strana famiglia, che ha deciso di vivere in comunione con la natura, in una casa nel bosco interamente costruita con le loro mani. I ragazzi non vanno a scuola, non frequentano coetanei, ma sono liberi di vivere la terra bella e generosa che li ospita. Cacciano con l'arco, si arrampicano sugli alberi e si cibano dei loro frutti: un idillio che, è chiaro fin dalla prima pagina, è destinato a finire. In modo tragico. 

"Arrivammo in estate, quando il paesaggio era in piena fioritura, le giornate lunghe e calde e la luce soffusa. Giravo a torso nudo, sudavo senza problemi e mi godevo l’abbraccio dell’aria densa. In quei mesi le mie spalle ossute si coprirono di lentiggini; il sole tramontava lento e le serate erano color peltro, e poi nere, e poi di nuovo stillava il mattino".

Fiona Mozley nei primi capitoli del romanzo racconta, con grande trasporto e poesia, una terra splendida ma piena di contrasti e un'esistenza, quella dei protagonisti, libera e apparentemente felice, ma che ha il sapore di una fuga da un mondo che fa paura. 

John è un padre devoto, una sorta di eroe per i due figli, ma è anche un uomo dal passato misterioso, che campa menando le mani durante incontri di boxe clandestini. John è taciturno e imponente, un gigante capace di grande tenerezza, fedele a un codice etico e morale antico, ma alla fin fine pur sempre un violento che vive sfidando costantemente i limiti della legge. La casa che ha costruito per sé è per i figli, sorge su una terra legalmente non sua, e presto tutti ne dovranno pagare le conseguenze. 

"Papà era il re. Trenta centimetri più alto del più alto di tutti. Era gigantesco. Un suo braccio era grosso come due dei loro. I suoi pugni erano grandi quasi quanto le loro teste".

L'idillio bucolico si spezza, il romanzo cambia registro, il ritmo più concitato, l'atmosfera che assume i toni di una favola dalle atmosfere dark. 

Favola, sì, perché questa storia che ci parla di famiglia, di povertà, di mancanze e di violenza, ma anche di lealtà e amore, lo fa con uno stile e una lingua senza tempo e un'aura di mistero e di "non detto" che avvolge eventi e personaggi, i cui contorni appaiono spesso sfumati, in bilico tra fiaba, mito e realtà. John e i figli sono nostri contemporanei, ma a ricordarcelo sono alcuni oggetti moderni citati nel testo, un telefono, una macchina: il romanzo potrebbe, altrimenti, essere ambientato in un'epoca ben più lontana nel tempo.

Papà John potrebbe essere un novello Robin Hood (secondo alcuni nato proprio nelle foreste di Elmet), che si batte a mani nude per garantire giustizia ai poveri, oppure un brigante violento e un padre scellerato, al lettore il giudizio finale. Daniel, la voce narrante, in contrapposizione, è un ragazzino esile, amante del sapere e dello studio, i lunghi capelli, la sessualità ancora incerta. È lui, così diverso dal padre e dalla sorella, lui con i suoi dubbi e la sua dolcezza, a costituire l'anima di questo romanzo che si presta a più chiavi di lettura, ci trasporta in luoghi e tempi lontani e alla fine ci spezza il cuore. 

Fiona Mozley firma un esordio brillante, che trova la sua forza in uno stile maturo, pieno di lirismo e di poesia, e in un'atmosfera suggestiva, costantemente in bilico tra idillio bucolico e cruda violenza. Mix ben riuscito di generi, Elmet è un romanzo di formazione, una saga famigliare, una fiaba gotica, una gangster story e molto di più; un libro le cui radici affondano nei classici del passato, senza perdere di originalità e modernità.
Promosso e consigliato.

"..un tempo l’intera contea era stata coperta di boschi e i fantasmi dell’antica foresta si distinguevano ancora quando soffiava il vento. Il terreno brulicava di storie lacerate che si riversavano verso il basso, marcivano, poi ritrovavano forma e riemergevano attraverso il sottobosco per rientrare nelle nostre vite".

Genere: La casa nella valle dell'Eden.
Pagine: 280.
Voto:

Commenti

  1. Romanzo su cui, a primo impatto, proprio non mi ero soffermato.
    Segno subitisismo, per una gita fuori porto. :)

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    1. Io ne avevo sentito parlare da un'amica inglese. Totalmente fuori dalla mia comfort zone, mi ha stupita, secondo me ti potrebbe piacere ;)

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  2. Mi fa piacere che il romanzo sia piaciuto anche a te, complimenti per la recensione :) "Elmet" è un piccolo capolavoro che spero raggiunga un vasto pubblico di lettori.

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    1. Lo spero anch'io, anche perché ha davvero tutto per piacere al grande pubblico :) Grazie di essere passata.

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  3. Da tenere in considerazione. Bentornata! Lea

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  4. Mi ispira davvero tanto, poi la cover è magnifica!

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    1. Credo ti piacerebbe, non lasciartelo scappare! Grazie di essere passata :)

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