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Recensione: La sciarpa ricamata di Susan Meissner (Ediz. TRE60, 2018).



Buongiorno Lettori, in quest'ultimo periodo, per me piuttosto faticoso, ho sentito il bisogno di letture non particolarmente impegnative, di romanzi ad alto tasso d'intrattenimento. Recentemente vi ho parlato de La madre sconosciuta di Kimberly Freeman, il classico romanzo delle "grandi passioni" (definizione di mia invenzione, qui trovate la recensione e qualche parola su cosa intendo per romanzo delle grandi passioni), solido nella costruzione e molto piacevole. 

Oggi tocca a La sciarpa ricamata di Susan Meissner, un libro che pure rientra nella categoria "grandi passioni", che propone una storia con alcuni spunti storici interessanti e personaggi per i quali è stato facile provare empatia. Purtroppo, specie nella seconda parte del romanzo, il mix di ingredienti e generi proposto dall'autrice (il romanzo storico, quello di formazione, il romance), si sbilancia un po' troppo a favore della componente romantico-sentimentale, perdendo parte di quell'originalità che mi ha intrigata nella prima metà del libro. 

La narrazione si svolge sui classici due piani temporali, il presente e i primi anni del Novecento. 
Nel presente, Taryn lavora in un negozio specializzato nella riproduzione di tessuti antichi a New York; è molto brava con le stoffe, solo una volta non è riuscita a portare a termine il compito affidatole da un'anziana cliente, si trattava una sciarpa di pregiata fattura, con dei fiori colorati ricamati. Il giorno del crollo delle Torri Gemelle, giorno in cui la vita di Taryn, che si trovava proprio nei pressi del luogo dell'attentato, è cambiata per sempre, la sciarpa era nella sua borsa e andò perduta nella confusione della fuga. 
Nel 1911, Clara, una giovane infermiera, lavora presso l'ospedale di Ellis Island, l'isola dove approdavano gli emigranti che richiedevano il visto per entrare negli Stati Uniti. L'ospedale, grande e affollatissimo, aveva il compito di curare chi sbarcava affetto da malattie gravi o potenzialmente trasmissibili sulla terraferma, e di rifiutare l'ingresso a chi non poteva essere curato. Un limbo, dove si giocava il destino di tanti disperati in cerca di una nuova vita. 
Una sorta di limbo anche per Clara, che mesi prima ha assistito al rogo di un palazzo nel cuore di New York in cui ha visto morire una persona a lei cara. Un'esperienza così scioccante, da costringerla a cercare rifugio, fisico e spirituale, a Ellis Island.

Un giorno Clara, durante la smistamento dei malati, rimane colpita da un uomo appena sbarcato che indossa vestiti spiegazzati e malconci, ma porta al collo una sciarpa ricamata e colorata che non passa inosservata. Da quel momento in poi, la vita da "reclusa" sull'isola della giovane infermiera, per una serie di motivi e coincidenze, non sarà più quella di prima. 

Mi è piaciuta l'idea di queste due donne legate non solo da un oggetto, la sciarpa, che è il filo conduttore del romanzo, ma dall'aver vissuto in prima persona, pur in epoche diverse, due tragedie che hanno colpito la città di New York proprio nel suo cuore. Due donne provate da un lutto e divorate dal senso di colpa di chi è sopravvissuto. 

Nella prima metà del libro, l'autrice si concentra soprattutto su Clara e sulla sua vita all'ospedale di Ellis Island. I doveri, la dedizione di medici e infermieri, le amicizie, le storie umane dei pazienti: anche questo aspetto mi è piaciuto, un'ambientazione originale, interessante dal punto di vista storico e ben ricostruita. Pure la sciarpa, che nel titolo mi aveva fatto storcere il naso (già pensavo a pizzi, merletti ed a una storia melensa), il suo passare di mano in mano nel corso degli anni e il piccolo mistero ad essa legato, sono ben scritti e funzionali alla storia. 

Il punto debole del romanzo, a mio avviso, si trova soprattutto nella seconda metà, che soffre di qualche pagina di troppo, ed in cui, per mio gusto personale, l'autrice si sofferma un po' troppo sulla "svolta" sentimentale vissuta dalle due protagoniste. Niente di troppo zuccheroso, per carità, ma qualche disquisizione sull'amore un po' ridondante e "passioni" tiepide e stiracchiate, che paiono inserite per compiacere il cliché che certe ferite guariscono solo quando ci si innamora (che, per carità, in certi casi è anche vero, ma se amore deve essere, allora, almeno sulla carta, lo voglio con la A maiuscola, con i fuochi d'artificio e le farfalle nello stomaco). 

In conclusione, La sciarpa ricamata è un romanzo piacevole, scorrevole, delicato e con un'ambientazione originale. Ho apprezzato molto la parte storica e il racconto delle storie personali e parallele delle protagoniste, le vicende amorose, invece, mi sono sembrate un po' più prevedibili.


Genere: Coincidenze sull'isola.
Pagine: 351.

Voto:    
 e mezzo.

Commenti

  1. Allora pure questo è da segnare! Devo leggere un romance per il 18 febbraio. Dici che potrebbe andare???? Lea

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    1. Oddio, non so se è abbastanza romance ;) Forse sì (ma non è per nulla inglese, ce la farai?). Bacio.

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