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Recensione: La vita non è grave di Baptiste Beaulieu (Ediz. Rizzoli, 2014).

La vita non è graveEcco la breve recensione di un romanzo che mi è stato caldamente consigliato e del quale avevo letto meraviglie...sono sempre una voce fuori dal coro?? vediamo.
La vita non è grave (avventure tragicomiche di un giovane medico innamorato di quello che fa) racconta una settimana lavorativa (e non solo) di un giovane specializzando in medicina interna in un grosso ospedale francese. 
Fra notti al Pronto Soccorso e giornate in corsia, turni massacranti e serate ad alto tasso alcolico nel convitto universitario, Baptiste Beaulieu, giovane scrittore esordiente e medico specializzando, racconta, essendone testimone diretto, le storie ordinarie e straordinarie dei suoi pazienti e dei colleghi di lavoro.
Colleziona racconti, il protagonista, racconti che offre ad una paziente speciale, la signora della stanza numero 7, malata terminale; racconti che parlano di vita per allontanare la morte.
L'idea è buona, non originalissima, ma comunque accattivante, anche perchè lo stile dell'autore è "fulminante", la tristezza non prende mai (almeno apparentemente) il sopravvento, gli aneddoti sono curiosi, descritti con ironia e si susseguono velocissimi, lasciando veramente poco tempo o spazio alla tristezza ed alla tragedia, che rimangono comunque appena dietro alla porta.
Eppure...qualcosa in questo breve romanzo non mi ha convinta. Forse la narrazione così veloce da risultare quasi superficiale, gli incontri, i personaggi, le storie sono appena accennate, non fai in tempo ad entrare nel mood..che già vieni catapultato in un'altra vicenda umana. Anche i protagonisti vengono tratteggiati appena, non hanno nome, ma solo soprannomi e ti rimane una gran voglia di saperne qualcosa di più.
Beaulieu è quello che a casa mia viene chiamato un gigione (in senso non dispregiativo, per carità), un furbacchione, insomma, che sonda i risvolti tragici della malattia con un ottimismo a volte un po' facile e venato da un pizzico di buonismo. 
         "in tutti i nostri studi non c'è niente di più bello che svuotare il colon 
                         di una vecchia di una vecchia di 92 anni". 
                                (mi permetto di dissentire, nota di Tessa)

L'autore strizza l'occhio alle filosofie orientali, si affida a riferimenti mitologici, a citazioni musicali, ad una valanga di buoni sentimenti ed è così politicamente corretto da concedersi in senso biblico alle donne della sua vita..solo i giorni dispari, dedicando i giorni pari ad incontri omosessuali.

"non ne posso più del dolore altrui. Voglio robusto godimento e sana sensualità… La vita dovrebbe essere un enorme parco dei divertimenti tantrico…".

Un romanzo scorrevole, molto accattivante, pervaso, malgrado il brio e l'ironia, da una certa malinconia.
Consigliato a chi ha amato il serial "scrubs"!





Commenti

  1. Partendo dal fatto che mal sopporto i buonismi in generale, non so se questo libro potrebbe far per me. Scrubs, scusatemi, lo trovo demenziale quindi potrei non apprezzare l'ironia dell'autore, anche se i francesi mi piacciono!!
    Alla prossima

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    Risposte
    1. In giro di questo romanzo dicono meraviglie, a tanti è davvero piaciuto, l'hanno trovato "arguto". A me non ha detto molto. In quanto a Scrubs..personalmente non mi piace perchè, appunto, è troppo demenziale, per molti questa cosa è un pregio (a me non piaceva tanto nemmeno il dr. House , de gustibus!).
      baci xxx

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