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Recensione: Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo (Ediz. Bollati Boringhieri, 2019).



Molto mossi gli altri mari, primo romanzo di Francesco Longo, mi ha attirata per la bella copertina e per una trama che mi ha ricordato un vecchio film cult dal titolo Un mercoledì da leoni. Amicizia, amore, estate, giovinezza e l'attesa dell'onda perfetta: ingredienti che da sempre esercitano su di me un grande fascino. 

Chi ha avuto la fortuna di trascorrere le lunghe estati dell'infanzia e dell'adolescenza nello stesso luogo di villeggiatura per anni, ricorda probabilmente quella sensazione di struggente malinconia che ogni stagione accompagnava la prima tempesta di fine estate. Il mare gonfio, il cielo grigio, gli ombrelloni chiusi ed i saluti agli amici: un arrivederci all'anno prossimo che, in epoca pre-social e pre-telefonino, assumeva una solennità tutta particolare. Lo sa bene Michele, il protagonista di questo romanzo, che al mare ci abita tutto l'anno. Per lui, la fine dell'estate e la partenza del gruppo di compagni di scorribande estive, significa l'inizio di mesi silenziosi e solitari, in cui la sua vita si congela, quasi messa in stand by, fino al ritorno della bella stagione. 

A Santa Virginia, luogo di fantasia che potrebbe essere un qualsiasi paese di mare sul litorale romano, sulla spiaggia della baia, sovrastata da un promontorio selvaggio, Michele, l'ultimo dei romantici, attende, anno dopo anno, l'estate, la riapertura delle case di villeggiatura, il ritorno degli amici di sempre, soprattutto della bella ma sfuggente Micol, la ragazzina di cui è innamorato. Un sentimento fatto di sguardi, di mani che si sfiorano, di partite di ping pong e lunghe nuotate, un sentimento pieno di parole non dette e di occasioni mancate. 

È un Michele ormai adulto, quello che conosciamo all'inizio di questo romanzo breve; divenuto provetto surfista, vede riunirsi alla "Baia" i compagni delle estati della giovinezza, richiamati dall'arrivo di una tempesta che promette onde enormi e perfette. Mentre il mare si ingrossa e nel cielo le nubi si rincorrono sempre più scure, una voce, come una scarica elettrica, attraversa la spiaggia: Micol sta per tornare, dopo anni, a Santa Virginia, con lei ci sarà il suo promesso sposo. Micol si sposa. 

"Sono stati tutti convocati dal mare, dalla promessa di una mareggiata epica che ha richiamato anche chi non si vedeva più da anni; noi che solo uno schiocco di dita fa eravamo quei bambini con i braccioli gialli, con madri intente a convincerci a uscire dall'acqua."

Con l'aiuto di una serie di flashback, Francesco Longo ci porta avanti e indietro nel tempo, raccontando, in un crescendo di tensione emotiva e disillusione, la storia di Michele e Micol e delle tante estati che i due hanno trascorso insieme. Michele attendendo un cenno, quasi il permesso di fare un passo avanti, Micol divisa tra la simpatia per l'amico "speciale" e le ambizioni e i cambiamenti tipici dell'adolescenza. 

Molto mossi gli altri mari è un libro malinconico, pervaso da un'atmosfera cupa, piena di rimpianti e di un pizzico di amarezza. Immaginavo una nostalgia del primo amore venata di dolcezza, ho trovato un romanzo più complesso e disincantato, in cui Michele e Micol rappresentano non solo due ragazzini alle prese con una passione estiva, ma anche due mondi separati ed opposti per estrazione sociale, possibilità economiche e stile di vita. 

Ho apprezzato molto la storia, ricca di suggestioni letterarie (da Giorgio Bassani a Frances Scott Fitzgerald) e di momenti di grande impatto emotivo (il commovente saluto all'adolescenza perduta del finale, il tristemente realistico viaggio a Roma di Michele). Ho avuto, invece, qualche problema con lo stile dell'autore che personalmente ho trovato fin troppo ricco di descrizioni, di metafore, di aggettivi. Avrei preferito una narrazione più asciutta, ma questo è un mio gusto personale.

In conclusione, Molto mossi gli altri mari è un bel romanzo di formazione, una storia struggente sul tempo perduto e sull'addio alla giovinezza che mi sento di consigliare. 

                                 dal film Un mercoledì da leoni 

Commenti

  1. Mi è arrivato qualche tempo fa. Spero di leggerlo presto. Magari subito?

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    1. Michele, sono latitante da un po', troppo presa dalla mia quotidianità, ma leggendo questo romanzo ti ho pensato. Credo ti piacerebbe, ha quel pizzico di amaro e di dark nelle atmosfere che potresti apprezzare. Ti abbraccio.

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  2. Invece io credo che non sia il mio genere, a meno che ironia e umorismo non siano ingredienti forti. La nostalgia e la malinconia in questo momento le evito con decisione. Ciao da Lea

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  3. Grazie per la recensione, mi ha incuriosito.
    Francesca

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