Recensione: Il party di Elizabeth Day (Ediz. Neri Pozza, 2019).

Qualcosa di drammatico deve essere successo durante il party che Ben Fitzmaurice e la moglie Serena hanno organizzato nella loro lussuosa dimora nella campagna inglese per festeggiare i quarant'anni di Ben.
Malgrado gli sforzi organizzativi, lo sfarzo (eccessivo), i fiumi di champagne e di cibi sfiziosi e gli invitati d'eccezione, qualcosa è decisamente andato storto, se Martin Gilmour, che di Ben è il migliore amico fin dai tempi del college, tanto di essersi guadagnato il soprannome (affettuoso?) di Piccola Ombra, si trova alla stazione di polizia, interrogato sui fatti accaduti durante la festa, e sua moglie Lucy è ricoverata in una struttura per ricevere assistenza psichiatrica.
Il party inizia così, dall'atto finale, o quasi, di una storia le cui origini risalgono a molto tempo prima, venticinque anni prima, per la precisione, il giorno in cui Ben e Martin si incontrano per la prima volta in una stanza del collegio maschile di Burtonbury. Una strana amicizia, quella tra i due. Ben, bello, sicuro di sé e invidiato, è il rampollo di una famiglia facoltosa e influente; Martin, taciturno e tormentato, è cresciuto con una madre non certo affettuosa (né benestante) e tutto in lui, dall'accento ai vestiti fané e fuori moda, tradisce le sue origini umili.
Il legame tra i due e la sua evoluzione negli anni, divengono, pagina dopo pagina, il fulcro della narrazione. Tra stralci della sua deposizione e capitoli dedicati ai ricordi d'infanzia e di gioventù, è la versione di Martin, intervallata e intrecciata al diario limpido e doloroso della moglie Lucy, a ricostruire per noi lettori un sentimento pieno di ombre, di parole non dette, di segreti e patti firmati col sangue e siglati col denaro e forse con la promessa di un affetto che non si dimostrerà mai disinteressato.
Il party è un romanzo disincantato, lucido e amaro, i cui protagonisti non hanno paura di mostrare il loro lato oscuro, le debolezze, i compromessi che sono disposti ad accettare per raggiungere il proprio scopo, sia esso l'amore, la ricchezza o lo status sociale. Difficile amarli o anche solo comprenderli e giustificarli: ogni volta che si apre uno spiraglio di umana debolezza, che il lettore è portato a provare empatia, specie nei confronti di Martin, un sorriso beffardo, una battuta caustica e una montagna di cinismo, cancellano ogni forma di simpatia. Ne risulta un romanzo che si legge con vero piacere, in cui la curiosità e un filo di suspense non vengono mai meno e in cui tutti gli ingredienti appaiono ben dosati.
Amore malato, vendetta, potere, ricchezza, egoismo, Il party è un concentrato di debolezze umane e una pungente denuncia nei confronti di una certa società patinata, disinibita e potente, che grazie al denaro pare riuscire a non espiare mai le proprie colpe.
Deliziosamente crudele. Decisamente consigliato.
Genere: Il ricco e il povero.
Pagine: 350.
Sembra interessante, era tra i consigli estivi delle personal book shopper.
RispondiEliminaPer me è una perfetta lettura estiva (ma anche autunnale, invernale e primaverile!) ;)
EliminaFelice che ti sia piaciuto così tanto! Da me, purtroppo, si è preso una sufficienza stiracchiata, complice la trama trita e un finale troppo aperto.
RispondiEliminaCiao Mik! Ti avevo letto e mi ero un po' spaventata ;) In realtà, pur essendo argomento già letto, ho trovato la narrazione veramente gradevole. De gustibus! Ti abbraccio.
EliminaDeliziosamente crudele! ...decisamente invitate. Baci lea
RispondiEliminaDecisamente grazie per questo libro!! ;)
EliminaLa tua recensione intriga e incuriosisce. La ricchezza e la povertà sono elementi che si contrappongono ma nel mezzo c'è un mondo grigio e crudele in cui perdersi :)
RispondiEliminaCiao! Grazie, secondo me questo libro potrebbe piacere anche a te, te lo consiglio! Baci.
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