La mia settimana librosa 2.# 16.
Qui in Libreria è un periodaccio, per vari motivi, non vi sto a tediare; anche le letture vanno un po' a rilento, ultimamente ho iniziato alcuni romanzi che poi ho abbandonato, forse pretendo troppo: vorrei il libro ideale per questo momento "nuvoloso". Ma esiste il libro perfetto?
Bando ai discorsi filosofici!
Rispetto alla scorsa puntata ho recensito Se mi vuoi bene di Fausto Brizzi (qui), e ho finito (un po' arrancando, ma sono felice di aver portato a termine la lettura) Il caso Bellwether di Bejamin Wood (qui).
Ho letto Dov'è finita Audrey, primo young adult della Kinsella, che mi ha piacevolmente sorpresa (qui).
Cosa non sto leggendo? Fino a ieri sera leggevo La vita quando era nostra di Marian Izaguirre, romanzo ambientato nella Spagna franchista del dopoguerra (ecco la presentazione). Probabilmente è un problema mio, ma arrivata a pagina 120, la notte scorsa, ho avuto un rifiuto. Cupo, lento, pervaso da un' atmosfera pesante: lo riprenderò più avanti, ho bisogno di leggerezza!
Non so ancora cosa sceglierò come prossima lettura, magari un romanzo tra le new entry di questo periodo:
Il ragazzo in soffitta di Pupi Avati.
Berardo Rossi detto Dedo è popolare e brillante, è negato per il latino e tifa Milan anche se vive a Bologna. Giulio Bigi è timido e sovrappeso, legge "l'Eneide" come fosse "Tuttosport" e indossa orrende cravatte. Due quindicenni che sembrano appartenere a pianeti diversi, se non fosse che ora abitano nello stesso palazzo e frequentano la stessa classe... E che nella famiglia di Giulio c'è un segreto che coinvolgerà, suo malgrado, anche Dedo. Giulio, infatti, non ha mai visto suo padre, chiuso in ospedale fin da prima che lui nascesse. Ora quello sconosciuto sta per tornare a casa. Ma non è la persona che lui si aspetta. Mentre dagli armadi del passato emerge una favola nera di ambizione musicale e passione non corrisposta, Dedo si rende conto che il "ciccione del piano di sopra" è diventato un amico, che quell'amico è in pericolo, e che è il momento di fare delle scelte: ora sono loro due contro tutti. Da una Trieste intrisa di nostalgia a una luminosa e cinica Bologna, Pupi Avati mette in scena nel suo primo romanzo un intenso intreccio psicologico e una vicenda ricca di suspense: la storia di un'amicizia adolescenziale, di un lungo amore, di una nera vendetta. E crea con Dedo e Giulio due protagonisti di estrema autenticità: due ragazzi costretti a diventare grandi affrontando le sconfitte dei loro padri.
Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr, premio Pulitzer 2015 (questo lo tengo per un momento di calma!).
È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l'eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio. In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all'accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani. Sempre più conscio del costo in vite umane del suo operato, Werner si addentra nel cuore del conflitto. Due mesi dopo il D-Day che ha liberato la Francia, ma non ancora la cittadina fortificata di Saint-Malo, i destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
Questo thriller inizia con l'annegamento di Pony, giovane rampolla dei Carteret, nel lago antistante la loro elegante casa nel Vermont. Non solo è strano che Pony sia annegata visto che era una nuotatrice esperta, ma ha lasciato il suo bambino di un anno incustodito in riva al lago, dove viene ritrovato. Ancora più strana la circostanza per cui il fratello preferito di Pony, William, era stato da lei "convocato" nella ricca dimora estiva per una rivelazione che non farà in tempo a raccontargli. La numerosa famiglia si mobilita, guidata dall'arcigno patriarca Jasper Carteret III, per svelare il mistero della morte di Pony. Ma non tutti sono disposti a collaborare ed emergono, uno dopo l'altro in un'incalzante serie di rivelazioni, i conflitti, le invidie, gli odi nascosti dietro l'apparente facciata felice della rispettabile famiglia. Chi è stato quindi a uccidere Pony? Il fratello? Una delle sorelle con cui non ha mai avuto rapporti facili? Il padre autoritario? Un misterioso personaggio emerso dal passato? Con il fiato sospeso si scoprono segreti decennali che risalgono a quando la madre di Pony era viva e anche prima, agli anni della giovinezza dei due genitori. Segreti che nessuno conosceva (la madre è morta e altri protagonisti sono scomparsi) e che travolgono adesso le vite dei personaggi del romanzo. Fino al finale che sorprenderà tutti.
In attesa di scegliere la mia prossima lettura, vi abbraccio!
Avati mi ispira molto e, come ti avevo accennato, il Pulitzer di quest'anno mi è arrivato da poco. Lo leggerò dopo la sessione di luglio, così sono più concentrato :)
RispondiEliminaCerto! leggerai di fila quello e Il Cardellino, due romanzetti leggeri e brevi!
EliminaAhahah, ne avrò per tutto l'anno dopo ;)
EliminaMi dispiace vedere che "La vita quando era nostra" non ha destato il tuo interesse, a me è piaciuto molto. Avati e Doerr sembrano molto avvincenti :)
RispondiEliminaSicuramente lo riprenderò, a volte mi capitano periodi così, in cui sono particolarmente schizzinosa. Non è un brutto romanzo, solo lo sentivo particolarmente cupo e forse per me non è momento.
Eliminapensa che L'amica geniale della Ferrante, libro che ho amato tanto, la "prima " volta non ero riuscita a leggerlo, mi ero fermata dopo due capitoli!
La vita quando era nostra a me è piaciuto tantissimo mi spiace che per te non sia così, ma non ti arrendere vedrai che tra qualche tempo forse ti risulterà più piacevole.
RispondiEliminaBuona settimana Chicca
Tutta la notte che non vediamo l'ho acquistato ieri, su consiglio del mio libraio! A fine mese andrò in vacanza 4 giorni, lo leggerò sotto l'ombrellone. Ci sono periodi così, la stanchezza, lo stress, qualche pensiero... Hai già letto La tentazione di essere felici? Quello è fantastico :-) e riattiva i ritmi vitali! La mia Cromoterapia letteraria pubblicata ieri aveva lui come protagonista.
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