Recensione: L'amante di Calcutta di Sujata Massey (Neri Pozza, 2014).
Ci sono romanzi, come L'amante di Calcutta di Sujata Massey, in cui si mescolano romanticismo e avventura, ambientazione esotica e storia; mix di generi letterari, non sfigurerebbero in una trasposizione cinematografica e se ben scritti, come questo, hanno il pregio di intrattenere il lettore e portarlo in luoghi lontani, almeno con la fantasia.
Siamo in India, negli anni che vanno tra 1930 e 1948, un periodo travagliato della storia indiana, che comprende la Seconda Guerra Mondiale ed i movimenti anti colonialisti che portarono all'Indipendenza dall'Impero Britannico; in questo lasso di tempo si svolge la storia drammatica e avventurosa di Pom, piccola bengalese nata in una famiglia di casta molto povera. Pom, rimasta orfana e sola al mondo, si troverà nella necessità di adattarsi a diversi ambienti a lei estranei e ostili, assumendo ogni volta un nome diverso e traendo da ogni esperienza il meglio, tanto da riuscire, con gli anni, a salire la scala sociale e a diventare... (mica vorrete che ve lo racconti? è un libro da non perdere).
Pom, detta Didi, verrà ribattezzata Sarah, e farà la sguattera nella scuola per ragazze inglesi di Miss Jamison, dove imparerà il valore della vera amicizia e scoprirà una grande passione: quella per i libri e la letteratura. Spinta da un gran coraggio e da una titanica forza di volontà, inizierà di nascosto il suo processo di scolarizzazione, armata dell'Oxford English Dictionary e di qualche romanzo classico, imparerà la lingua dei colonizzatori. La sua capacità di parlare un inglese forbito le tornerà utile quando, rimasta nuovamente sola, cadrà nelle grinfie di una perfida maitresse, nella cui ricca casa Pom-Sarah diverrà Pamela, per poi fuggire ancora ed arrivare a Calcutta, dove rinascerà come Kamala e si costruirà un destino nuovo di zecca.
L'India delle caste, del colonialismo e dell'indipendenza, raccontata attraverso la storia avventurosa di una donna in grado di cambiare un destino già scritto alla nascita, in un romanzo di formazione che non ha probabilmente il pregio del realismo, ma che intrattiene con personaggi ben descritti, il profumo delle spezie ed i mille colori di un'India descritta nella sua fiera bellezza e nei suoi terribili contrasti sociali. Aggiungete un amore impossibile...e il gioco è fatto.
Genere: Quando Bollywood era di Sua Maestà.
Pagine:557
Voto:
I libri dove spiccano le protagoniste donne io li adoro. Bella recensione mi hai convinta!
RispondiEliminaAmo anch'io i romanzi con protagoniste toste e Pom lo è! poi è un'edizione Neri pozza, una garanzia, secondo me.
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