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Recensione: Il nido di Cynthia D'Aprix Sweeney (Ediz. Frassinelli, 2017).


Buonasera Lettori, spero abbiate trascorso un week-end sereno, qui in Libreria ieri ci sono stati ospiti e si è chiacchierato (anche) di libri, ve ne parlerò presto in un post dedicato a questo incontro; oggi vi voglio invece raccontare un romanzo che mi è piaciuto molto, si tratta de Il nido, esordio letterario di Cynthia D'Aprix Sweeney. 
New York, i quattro fratelli Plumb, Leo, Jack, Bea e Melody, sono cresciuti in una famiglia alto borghese. Il padre Leonard senior, venuto a mancato da qualche anno, era un self made man, gran lavoratore, uomo previdente e assennato, la madre è una donna arida e poco affettuosa, più attenta alle apparenze che alla sostanza. I Ragazzi Plumb non sono stati allevati, probabilmente, in un nido famigliare accogliente e affettuoso, ma hanno sempre saputo di poter contare comunque su un nido, e cioè sul "tesoretto" che il padre ha messo da parte per loro, vincolandolo al compimento dei quarant'anni della figlia più giovane. 
Cresciuti tra gli anni settanta e gli anni ottanta, in un mondo in pieno fermento e cambiamento, ricco di possibilità ed eccessi, i giovani Plumb hanno scelto la propria strada con la sicurezza di un ampio paracadute pronto a salvarli in caso di bisogno. Leo, il primogenito, genio e sregolatezza, ha guadagnato e sperperato, creato e distrutto; Bea, promettente scrittrice, ha in qualche modo legato il proprio destino a quello del fratello maggiore; Jack ha fatto la bella vita, per poi trovare un compagno stabile e la piccola Melody, considerata dai genitori la meno dotata dei fratelli, ha sposato un uomo comune e dedicato la vita a crescere le sue due figlie gemelle.
Tutto normale, ma solo apparentemente; gli anni ottanta e le loro luci ormai alle spalle, nel presente, gli ex ragazzi Plumb annaspano per mantenersi a galla, piegati dalla crisi economica e aggrappati con le unghie ad un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità. Hanno sperperato denaro, chi per mantenere il proprio status sociale, chi per salvare la propria attività, chi per alimentare i propri vizi, lo hanno fatto spesso di nascosto dai propri compagni di vita, diventando prigionieri di mutui e debiti, ma soprattutto di inganni e bugie. Tanto, hanno sempre pensato, c'è il nido, il piano B, il tesoretto di papà. Alla vigilia dei quarant'anni di Melody, l'amara sorpresa: il nido è stato saccheggiato, in gran parte utilizzato per mettere a tacere uno scandalo che ha coinvolto uno dei Plumb, il più sregolato e il più affascinante, l'inaffidabile Leo. 

Cynthia D'Aprex Sweeney racconta, con tono pungente, una storia vecchia quanto il mondo: il rapporto tra fratelli quando di mezzo c'è un'eredità, quando all'affetto si mescolano risentimenti che hanno radici lontane e il legame del sangue è minato da gelosie e interessi economici. 

I Plumb sono viziati, incapaci di vivere una realtà che non è più quella delle certezze economiche della loro gioventù, questo li rende arroganti e spesso antipatici, tutti a parte Bea, probabilmente l'unica a non aver ereditato quel vizio di famiglia che si chiama avidità. Bea, piena di rimpianti e paure, semplice e genuina, è l'unica Plumb che ho amato fin da subito; pagina dopo pagina, ho imparato però ad apprezzare anche molti dei personaggi che ruotano attorno ai protagonisti, mogli, mariti, amici, ex compagni, vicini di casa. Un coro di voci che all'inizio mi ha spiazzata, troppi, ho pensato, troppo complicato seguire le vicende di tutti, specie quelle che, apparentemente, con il nido e con i Plumb poco o nulla hanno a che fare. Mi sono dovuta ricredere, nella parte finale del romanzo, infatti, ogni vicenda umana trova, incredibilmente, il suo incastro perfetto. E sono proprio quelli che dovrebbero essere i comprimari, a cambiare la sorte dei Plumb, a fare da contraltare alla loro avidità, dimostrando coraggio, empatia e buon senso. Nel valzer degli affetti di casa Plumb, vince chi trova il coraggio di fare un passo indietro, preferendo l'assenza a una presenza ingombrante, e chi apre il cuore al cambiamento, sia esso una nuova vita, una nuova casa, un nuovo amore. 
Perché spesso il nido più confortevole è quello più lontano dall'albero su cui siamo cresciuti. 
Cynthia D'Aprex Sweeney ci regala un romanzo elegante, dissacrante, amaro ma capace di momenti di grande delicatezza, dimostrandosi all'altezza di una trama complessa, giocata su più piani temporali e completamente basata sull'introspezione psicologica dei protagonisti. 
Ambientato in una New York cinica e in continua trasformazione, questo libro piacerà a chi ama le storie famigliari che scavano, senza alcun buonismo, nei meandri più oscuri dei rapporti "di sangue". 
Non lo voto, in quanto esordiente, ma personalmente l'ho trovato ben costruito e ben scritto, con personaggi credibili, che vi faranno arrabbiare, ma anche commuovere. 

Commenti

  1. Robyyyyyyyyyyyyyy, ok te l'ho detto ieri che aspettavo questa recensione. E questo libro finisce dritto dritto in wishlist! Adesso lancia torta, su!

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  2. Felice che ti sia piaciuto, Tessa. :)
    Come sai, io li ho trovati tutti molto antipatici e niente, la scintilla è scoccata tardi. Nel mentre, aveva avuto la meglio un vago senso di noia.

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    1. Me li hai fatto conoscere tu, i Plumb, e ti ringrazio. Antipatici, sì, hai perfettamente ragione, ma Bea mi ha conquistata e negli ultimi capitoli quasi tutti si fanno amare. E poi i libri in cui succede poco sono la mia specialità!

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  3. HO deciso che lo leggo pure io, ma dopo i Baltimore.
    baci lea

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  4. anche io come Lea ho deciso di leggerlo, ma dopo i Cazalet! :)
    comunque quasi quasi mi piacciono più le tue recensioni che i libri!!!!

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    1. Non mi fare arrossire chicca! leggi i Cazalet, decisamente imperdibili :) Poi fammi sapere!

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  5. Uh Tessa non sai cosa darei per possedere quel paracadute...Invece qui si cade e ci rompe l'osso del collo!
    Pensare ai miei debiti mi prende l'ansia, forse non la reggerei una storia così. Bacioooooo

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    1. Di questi tempi...beato chi ce l'ha quel paracadute! Infatti i Plumb se lo sono speso prima di vederlo e adesso sono nella cacca, peggio di noi comuni mortali!
      Bacio.

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