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Recensione: Quando eravamo eroi di Silvio Muccino (Ediz. La nave di Teseo, 2018).



Buongiorno Lettori, oggi vi lascio il mio pensiero sul romanzo Quando eravamo eroi di Silvio Muccino. Si tratta di un libro che fin dalla sua uscita in libreria mi ha attirato per il titolo accattivante la bella cover, ho atteso un po’ di tempo prima di leggerlo, frenata, lo ammetto, da qualche pregiudizio (Muccino, attore e regista, ora anche scrittore?), poi le tante e lusinghiere recensioni trovate in rete mi hanno convinta. 

Eccomi qui, dunque, alle prese con la storia di quattro amici, Eva, Torquemada, Melzi e Rodolfo, ex compagni di liceo, che si ritrovano, ormai adulti, nel luogo che li ha visti felici durante gli anni, difficili, dell'adolescenza. Questo luogo dei ricordi è la casa di Alex, il ragazzo che è stato il loro leader, il collante del loro affiatatissimo gruppo; l'amato Alex, che quindici anni prima si è allontanato all'improvviso e senza lasciare spiegazioni, creando un vuoto rabbioso nella vita di tutti.
Alex è tornato, o meglio, Alex li ha contattati e riuniti per salutarli, lasciando intendere che qualcosa di tragico, di definitivo, sta per accadere nella sua vita. 

Silvio Muccino, che il cinema lo conosce bene, crea attorno ai protagonisti un'atmosfera dolce amara, carica di vecchi rancori ma pervasa di ricordi e tenerezza, che ricorda pellicole cult come Il grande freddo di Lawrence Kasdan o il malinconico Compagni di scuola di Carlo Verdone. 

Lo stile è semplice, senza fronzoli, il ritmo veloce, il romanzo si legge piacevolmente. L'aspettativa per le rivelazioni di Alex circa il suo futuro, mantiene alta la tensione emotiva tra i protagonisti e nel lettore, e la scoperta della verità arriva con un colpo di scena ben congegnato. L'autore semina piccoli indizi qua e là, ma a conti fatti, il momento in cui Alex rivela il perché della sua fuga, del lungo silenzio e della misteriosa riunione, stupisce ed emoziona. 

Quando eravamo eroi è un romanzo molto cinematografico, pronto per la trasposizione sul grande schermo; nel corso della lettura mi sono trovata ad immaginare quale attore o attrice avrei scelto per interpretare i vari personaggi: nessun dubbio per il ruolo di Alex, che sembra cucito addosso all'autore. Alex ha il viso di Silvio Muccino, i capelli biondi, lo sguardo chiaro e malinconico, il sorriso sghembo.
In certe scene il romanzo risente, a mio parere, proprio di una certa teatralità, con Alex che, pur essendo il personaggio che si racconta di meno, giganteggia sugli altri, che, malgrado ormai uomini fatti, risultano quasi soggiogati dalla sua saggezza, dalla sua capacità di tirare fuori il meglio e il peggio di ciascuno di loro. Un protagonista acchiappa consensi, Alex, non esente da qualche forzatura, che dà il meglio nel rapporto con Eva, unica donna del gruppo e grande amore del passato. Ecco, le parti a loro dedicate sono decisamente le più vere e intime, piene di un sentimento potente e libero, che costituisce, a mio parere, la parte migliore del romanzo. L'interazione tra Alex e i ragazzi è forse più prevedibile e meno spontanea. 

Quando eravamo eroi è un romanzo corale che racconta l'amicizia, l'amore, la perdita, la trasformazione, racconta il sentirsi diversi, alieni, come il soprannome dei cinque amici da adolescenti, e il percorso non facile per arrivare all'accettazione di se stessi e degli altri. Temi importanti che Silvio Muccino tratta con garbo, privilegiando dialoghi veloci e immagini di forte impatto emotivo. 
Il risultato è un libro scorrevole e gradevole. Mi è piaciuto, anche se forse mi aspettavo qualcosa di più a livello di introspezione psicologica dei protagonisti. 

Genere: Rimpatriata con sorpresa.
Pagine: 240.
Voto:
 più.


Commenti

  1. Io di Muccino avevo letto anni fia sia Parlami d'amore, sia il bel Rivoluzione n°9 (scritti però a quattro mani) ed ero stato piacevolmente colpito. Romantico ma non stucchevole il primo, anzi, molto affascinato dai bassi fondi (assai ben diretta anche la versione cinematografica: ricordo una bellissima scena di sesso che faceva un po' il verso a Bertolucci); l'altro una storia italiana, generazionale, che rileggere perfino volentieri. Questo, nonostante tutto, mi ispira parecchio. Poi lui mi sta anche simpatico, sì.

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    1. Sì, sta simpatico anche a me. Il romanzo è scritto bene, la storia di Alex è di un certo spessore, ci sono "scene" molto sensuali e belle, forse proprio per questo mi aspettavo un pochino di più di introspezione . Sicuramente un autore da tenere d'occhio ;)

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  2. Anche io ero incuriosita e, come te, sono stata frenata dal pregiudizio. Ultimamente ci sono un parecchi scrittori improvvisati e non sono riuscita a convincermi. Però Muccino mi ispira molto più di tanti altri, magari quando avrò voglia di qualcosa di leggero lo terrò seriamente in considerazione :)

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    1. Il romanzo è piacevole e la storia è di un certo spessore, ci sono momenti molto belli, altri meno azzeccati; Se ti ispira...provalo! E poi fammi sapere ;) Grazie di essere passata e del commento!

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  3. Come ben sai, ho amato molto questo romanzo e concordo con te sul fatto che le parti che raccontano Alex ed Eva siano le più emozionanti.
    Un bacio, Stefi

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    1. Forse io avevo aspettative fin troppo alte, mi è piaciuto, con qualche riserva ;) Alex e Eva meravigliosi!

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  4. Io invece non ho voglia di leggerlo...magari mi sbaglierò, ma sono abituata a seguire l'istinto.
    bacioni da lea

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  5. come ho scritto in altri blog non sono una grande fan della famiglia muccino, ma il romanzo mi incuriosiva. poi sono fioccate le recensioni positive e questo mi ha fatto decidere. l'ho prenotato in biblioteca e quando arriverà lo leggerò con piacere per poter capire se miccino jr scrittore vale più che come attore :D

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    1. ..diciamo che come scrittore Silvio Muccino ha un certo talento e ampio margine di miglioramento. Credo il cinema gli sia peraltro più congeniale :)

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