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Recensione: Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani (Ediz. Fazi 02/05/2019).



Buongiorno Lettori, in questa recensione ho il piacere di raccontarvi in anteprima il nuovo romanzo di Franco Faggiani, Il guardiano della collina dei ciliegi, che proprio oggi esce in tutte le librerie per Fazi Editore. 

Il guardiano della collina dei ciliegi è Shizo Kanakuri, maratoneta giapponese realmente esistito, noto per un clamoroso episodio legato alla sua partecipazione alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912. Iscritto alla maratona dei 40 km e partito come favorito grazie agli ottimi tempi ottenuti in prova in Giappone, Shizo, per motivi che non vi racconto, non voglio rivelare troppo della trama, fallisce e non riesce ad arrivare al traguardo. Tormentato dalla vergogna, il corridore fugge e sparisce nel nulla, tanto che il governo e la polizia svedese lo dichiarano scomparso.
Molti anni più tardi, nel 1967, ormai settantaseienne, dopo essere stato rintracciato da un giornalista, Shizo viene invitato a completare la gara; le foto dell'epoca mostrano un distinto signore dai capelli canuti che taglia il traguardo con l'irripetibile tempo di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi. 


Qualche foto in bianco e nero e alcuni frammenti della storia vera di Shizu Kanakuri: Franco Faggiani parte da qui, riempe gli spazi vuoti e costruisce attorno ai fatti noti un romanzo di grande delicatezza che ci parla di tenacia, di espiazione e di perdono. 

Tassello dopo tassello si delinea la vita di Shizu, un ragazzo timido e con un grande senso del dovere, cresciuto all'ombra di genitori severi e ingombranti nel sud del Giappone, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. 
Shizu corre veloce fra i boschi, immerso nella natura, la corsa per lui è un momento intimo, è sfogo, gioia, preghiera. Non corre per arrivare a un traguardo, corre per soddisfare una necessità quasi primordiale che sente nell'anima. Il suo passo sicuro e la sua resistenza, attirano però l'attenzione di più di una persona. E così, quasi trascinato dagli eventi, Shizo si ritrova al cospetto dell'Imperatore, ed accetta, pieno di orgoglio ma anche di timore, di rappresentare il Giappone ai Giochi Olimpici di Stoccolma. 

Attraverso gli occhi pieni di genuino stupore del giovane, Franco Faggiani ci accompagna in un viaggio lungo e movimentato dall'Impero del Sol Levante all'Europa di inizio secolo, ci racconta l'eccitazione dell'Olimpiade, l'ansia della competizione, la leggerezza fatale che in pochi minuti cambierà la vita di Shizu Kanakuri, la vergogna e la fuga. 

"Tutto era finito, irrimediabilmente perso. La gara, la famiglia, l’amicizia. Il rispetto, l’onore. La vita, dunque. I kami mi avevano abbandonato, sacrificandomi a qualche loro disegno perverso.
A volte penso che mi sarei dovuto uccidere".

Nessuno sa cosa fece realmente il maratoneta dopo il fallimento della gara olimpica, come rientrò in Giappone, che tipo di vita condusse; la penna delicata e precisa di Faggiani lo dipinge come un uomo mite ma derminato, deciso ad espiare fino in fondo la "colpa" di aver deluso l'Imperatore, i genitori, la nazione. 
Un uomo che, pieno di nostalgia per la sua terra natale, vi fa ritorno in segreto, con una nuova identità, e dopo varie peripezie trova, nel contatto con una natura splendida ma anche selvaggia e crudele, il conforto necessario a guarire le ferite interiori e la forza di tagliare finalmente "il traguardo". 

"..ho vissuto nell’isola di Hokkaido... sulla costa nord flagellata d’inverno dai venti artici, lontano tremila chilometri dal mio villaggio natio. Un altro mondo, con l’oceano gelato per molti mesi e i vulcani intenti a rendere precario ogni giorno che gli dèi mi hanno concesso di vivere in quel posto remoto. Per tutti quegli anni sono stato il guardiano di una collina di ciliegi".

Il guardiano della collina dei ciliegi è un romanzo in cui realtà e finzione si mescolano con grande equilibrio, dando vita a un racconto dal sapore antico, pieno di spiritualità, in cui le parole dedizione, onore e rispetto assumono un valore e una solennità che forse oggi abbiamo dimenticato.
Un libro che è un viaggio in un luogo remoto, un viaggio avventuroso, malinconico, a tratti spietato e a tratti bello come una collina di ciliegi in fiore. 


Genere: piccolo, grande uomo d'altri tempi.
Pagine: 232.
Voto:

Commenti

  1. Avendo odiato il precedente, avevo qualche dubbio su questo, ma la storia vera ispira!

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    1. Ciao Mik! Il precedente non mi aveva fatto impazzire, questo invece mi ha stupita piacevolmente. Un po' romanzo di formazione, un po' favola, ha una sua atmosfera particolare ed è indubbiamente ben scritto :)

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  2. A me invece il precedente era piaciuto e forse potrebbe garbarmi anche questo. Tu che ne pensi?
    Lea (o troppo spirituale per me?)

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    1. Secondo me la sua parte "magica", un po' da favola ti garberebbe. Occhio però, niente humor ;)

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  3. Ciao! Mi è piaciuto, molto. L'ho trovato garbato, delicato, spirituale. Mi ha lasciato un senso di pace dopo la lettura. Non ho letto il precedente, ma questo ha funzionato :-)

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    1. Ciao Baba, io ho letto il precedente, delicato anche lui, ben scritto, ma meno originale, almeno secondo me. Un bacio grosso :)

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