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Recensione: Una domenica di Fabio Geda (Ediz. Einaudi, 2019)



Buongiorno Lettori, oggi vi lascio le mie impressioni su Una domenica di Fabio Geda, un romanzo delicato che riesce a raccontare, senza fronzoli né sbavature, la storia di un'intera esistenza. 

Un uomo che ha trascorso quarant’anni costruendo ponti in giro per il mondo, ed è da poco rimasto vedovo, ha preparato con cura un pranzo di famiglia. È la prima volta. Ma una nipote ha un piccolo incidente e l’appuntamento salta. Preoccupato, con addosso un po’ di amarezza, l’uomo esce a fare una passeggiata. E conosce Elena e Gaston, madre e figlio, soli come lui. Si siederanno loro alla sua tavola, offrendogli la possibilità di essere padre, nonno, in modo nuovo. Trasformando una normale domenica di novembre nell’occasione per riflettere sulle imperfezioni dell’amore, sui rimpianti, sulla vita che resta.

Lui è un ingegnere in pensione, vedovo, ha trascorso quasi tutta la vita in giro per il mondo a costruire ponti. Lei è una giovane donna che porta sulle spalle il peso di molte responsabilità, prima fra tutte quella di dover crescere da sola il figlio. Una domenica come tante, una panchina davanti ad uno skate park, a Torino. Il fine settimana, si sa, è il momento in cui la solitudine pare pesare di più, peggio del fine settimana ci sono solo le feste comandate, ma quel giorno al parco è domenica e l'incontro del tutto casuale tra i due, diventa un momento di condivisione del tempo, delle proprie esperienze, dei rimpianti e dei sogni. 

Con pudore e penna leggera, Fabio Geda racconta in sole 192 pagine la storia di una famiglia come tante, di un padre indaffarato e dei suoi figli ormai cresciuti, di una figlia, in particolare, che funge da voce narrante, a lungo distante e non solo fisicamente. Una famiglia perbene, con i suoi piccoli grandi segreti, le ripicche, le incomprensioni e le gelosie, ma piena anche di affetto, quotidianità, legami e ricordi condivisi. 

Certo l'ingegnere immaginava una vecchiaia diversa dopo tanto viaggiare. Sperava in cuor suo di diventare un nonno a tempo pieno, dopo esser stato un padre part-time; di recuperare anche con i figli il tempo perduto. Il destino invece gli ha remato contro, con i figli lontani per scelta o necessità, un computer come unico mezzo per vedere i nipoti crescere, una casa troppo vuota fisicamente, ma fin troppo piena di ricordi. 

"Le porte delle stanze erano spalancate. Tutte. Trovava insopportabile vederle chiuse. Già erano vuote, che almeno respirassero".

Anche Giulia, la figlia che presta la sua voce al racconto, non immaginava, o preferiva non immaginare, che un giorno quel padre tanto forte e geniale da costruire ponti enormi, sarebbe rimasto solo e sarebbe diventato fragile. 


"Non sono mai stata brava a gestire la fragilità dei miei genitori: nei loro confronti non ho mai smesso di sentirmi figlia e di voler essere io quella accudita. Mi veniva spontaneo pensare che essendo più vecchi di me dovessero essere migliori di me, punto: una di quelle cose scritte nel destino. Dovevano essere più consapevoli, più forti, in grado di governare con più criterio qualunque situazione. Ma arriva un momento in cui le parti si invertono o per lo meno si sovrappongono. Nel destino c'è scritto anche questo"


E la ragazza e il bambino dello skate park, in quella domenica invernale, non credevano certo di incontrare uno sconosciuto che, per qualche ora, avrebbe scaldato loro cuore divenendo un po' padre e un po' nonno. 

"Erano ciascuno sulla propria panchina, quella domenica, divisi da una porzione di prato e una trentina d’anni, con un ragazzino sullo skate a rammentare loro il tempo dell’incoscienza

Un romanzo garbato, malinconico e intenso sui legami affettivi e sul destino.

Genere: Un giorno per caso.
Pagine: 192.

Voto:


Commenti

  1. Mi ispira non tanto, di più!
    Sempre Einaudi, sto leggendo La clausola del padre. Te lo straconsiglio.

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  2. Sembra proprio bello! Devo proprio leggerlo. Lea

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  3. Anche a me incuriosiva davvero tanto. A questo punto, dovrei dargli una possibilità 🤗🤗🤗

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    1. E' un libro che si legge velocemente e con piacere, sì, dagli una chance! ;)

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  4. dovrei leggere questo libro per scuola entro 2 giorni, (partendo dal fatto che non ci riuscirei a leggere 200 pagine in due giorni) , non penso che lo leggerò. solo a leggere la trama e questo riassunto mi cadono i coglioni.

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    1. carissimo Dante, hai perfettamente ragione! probabilmente è un libro per zitelle o divorziate che leggerebbero questo libro piangendosi addosso su il loro divano bevendo un calice di vino rosso.

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