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Recensione: Cronache di piccoli miracoli, di Darcie Chan (ediz. Nord 2013)

Questo romanzo è stato definito un caso editoriale, uno dei 5 bestseller da "leggere assolutamente" secondo l'Huffington post, milioni di copie vendute, inizialmente grazie al passaparola.
Di solito diffido dei libri presentati così, di solito se ne fa una grande pubblicità, un gran polverone..e poi la lettura lascia delusi (forse per le troppe aspettative).
Trama:L'istante più bello della sua vita. Cosi Mary McAllister ricorda la prima volta in cui ha varcato la soglia della grande casa di marmo in cima alla collina di Mill River. Era il giorno del suo matrimonio e, tra le braccia di Patrick, il giovane più ricco e affascinante della città, Mary si era sentita al sicuro, protetta. Ancora non sapeva che l'animo di Patrick era nero come la notte e che quella casa sarebbe diventata la sua prigione... Sono passati sessant'anni dalla morte del marito, eppure Mary non riesce a dimenticarlo e ha ancora paura di lui, del suo carattere violento, dei suoi eccessi. In realtà, Mary ha paura di tutto e di tutti e vive come una reclusa, oggetto di chiacchiere e di congetture da parte degli abitanti di Mill River. L'unico suo contatto con l'esterno è padre Michael O'Brien, arrivato in quella tranquilla cittadina poco prima del matrimonio di Mary e vincolato a lei da una singolare promessa. Col tempo, padre O'Brien è diventato gli occhi e le orecchie di Mary; è l'unico a conoscere la vera storia della donna e, soprattutto, i numerosi segreti che la legano a ciascun abitante di Mill River. Segreti che adesso stanno per essere rivelati...
Cronache di piccoli miracoli è una favola. Niente di più, niente di meno. Se non amate lo zucchero, la glassa, i canditi, non fa per voi; idem se cercate un romanzo con tanta azione.
Se invece vi piacciono le fiabe, un po' naive magari, ma scritte bene, allora troverete in questo romanzo, non una lettura "imperdibile", ma un libro piacevole, scorrevole e piuttosto originale.
Mill River è un paesino del Vermount, un posto tranquillo, dove tutti conoscono tutti, dove tante brave persone vivono le proprie esistenze semplici ed operose. C'è Ruth, che gestisce la panetteria-pasticceria, c'è suo marito, che dirige la piccola centrale di polizia, c'è Kyle il poliziotto, che si è trasferito dalla grande città per crescere la figlioletta in un ambiente più sano e Claudia, che fa la maestra e vuole dimenticare il passato. E' una piccola folla di gente buona (con qualche rara eccezione) quella che abita Mill River oggi, gente che non si pone troppe domande e non si guarda troppo intorno.
Poi c'è la grande casa di marmo sulla collina, il fulcro del racconto, il teatro dell'azione (insomma, il castello delle favole, luogo dove si consumano grandi drammi ed altrettante redenzioni); in quella casa splendida nel suo isolamento, vive da quasi 60 anni Mary, la protagonista. 
Mary, ragazza ingenua, timidissima, amante dei cavalli e della vita semplice, negli anni '40 (la narrazione è su due piani temporali) sposa Patrick, un giovane ricco, bello e tremendamente...crudele. E così la nostra favola trova la sua principessa ed il suo "cattivo". Adesso ci manca solo il principe, che in Cronache di piccoli miracoli non veste di azzurro, ma porta la tonaca e risponde al nome di Padre Michael.
No, non è Uccelli di Rovo, ma il racconto dell'amicizia di una vita, una vita, quella di Mary e Michael, un po' speciale.
Mary McAllister ha conosciuto fin da giovane il lato oscuro dell'umanità e la violenza, soffre di una male moderno (ma che esiste da sempre), un male che la costringe alla solitudine e che ha un nome pauroso: "fobia sociale", attacchi di panico così violenti ed invalidanti da costringerla al completo isolamento. Dalla sua casa sulla collina Mary osserva la vita di Mill River e partecipa silenziosamente, da lontano, agli affanni quotidiani dei suoi abitanti. 
Il suo unico contatto con il mondo reale e con quella comunità che rappresenta un po' la sua "famiglia" è, da quasi 60 anni, Padre Michael O'Brien, quel prete che tanti anni prima, giovanotto, ha celebrato le sue (sciagurate) nozze e che ora è un uomo anziano, non esente da qualche vizio, ma tenacemente legato a lei.
Mary è una donna ricca, generosa ed a suo modo incredibilmente forte; una donna che non si arrende all'isolamento ed al dolore, ma è curiosa ed affamata di "vita". La vita degli altri, la vita del paese, quella che Mary può cambiare, con l'aiuto di Michael, grazie ai piccoli, grandi, miracoli, che danno il titolo al romanzo.
Darcie Chan ci racconta una storia leggera, non priva peraltro di ombre molto moderne (il disturbo mentale, la violenza sulle donne), lo fa con tocco delicato e con una prosa semplice. Ne risulta un libro gradevole che ha una grande pecca: i buoni sono troppo buoni, i cattivi troppo perfidi, proprio come nelle favole che ci raccontavano quando eravamo bambini.

                                                                



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