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Recensione: Il giorno che aspettiamo di Jill Santopolo (Ediz. Nord, 2017).

Una luminosa mattina di fine estate, un ragazzo e una ragazza s’incontrano all’università, a New York, e s’innamorano. Sembra l’inizio di una storia come tante, ma quel giorno è l’11 settembre 2001 e, mentre la città viene avvolta da un sudario di polvere e detriti, Gabe e Lucy si baciano e si scambiano una promessa. E due vite si fondono in un unico destino.
Tredici anni dopo, Lucy è a un bivio. E sente la necessità di ripercorrere con Gabe le tappe fondamentali della loro relazione, segnata da scelte che li hanno condotti lungo strade diverse, lungo vite diverse. Scelte che tuttavia non hanno mai reciso il legame profondo che li ha uniti per tutti quegli anni. Così Lucy gli parla dei loro primi mesi insieme. Del loro amore intenso, passionale, unico. In una parola: puro. E poi di come Gabe avesse infranto quella purezza, decidendo di partire, di andarsene da New York per accettare l’incarico di fotografo di guerra in Iraq. Perché lui sentiva di doverlo fare, perché ciò che accadeva nel mondo era più importante di loro. Una scelta che aveva aperto nel cuore di Lucy una ferita che lei pensava non sarebbe guarita mai. E che, invece, era stata curata da Darren, l’uomo che lei avrebbe scelto di sposare. Eppure quella ferita si riapriva ogni volta che Lucy riceveva una mail o una telefonata da Gabe, e ogni singola volta che lo aveva rivisto nel corso degli anni. Poi era arrivata quella volta, era arrivato quel giorno.

Non sono una grande fan dei romanzi che parlano d'amore, lo sapete, rifuggo dalla melassa, dallo stucchevole, dal prevedibile, ma sono pur sempre una ex ragazza che sotto sotto ama sognare, e quando trovo la storia giusta, con personaggi in cui mi riesco ad immedesimare, allora mi appassiono come l'ultima delle romantiche. È successo con One day di David Nicholls, uno dei miei romanzi preferiti di sempre, è successo, mio malgrado, con Io prima di te di Jojo Moyes, storia strappalacrime e un po’ "piaciona" che è riuscita peraltro nell'intento di strapparmi la lacrimuccia. Questo preambolo per dirvi che Il giorno che aspettiamo, romanzo d'esordio di Jill Santopolo, considerato un vero caso editoriale, e presentato come un mix tra One day e Io prima di te, mi incuriosiva e attirava non poco.

Ve lo dico subito, senza tanti giri di parole, il libro mi ha delusa. 
L'inizio è promettente: una passione che nasce in un’aula universitaria, il giorno dell'attentato alle Torri Gemelle; il giorno che in qualche modo ha cambiato la nostra vita e la nostra percezione del mondo che ci circonda. Lucy e Gabriel (Gabe) si prendono per mano, quella mattina di settembre, e iniziano una storia destinata a durare una vita. 
Jill Santopolo tratteggia l'incontro tra i protagonisti in modo delicato ma vivido, ben rendendo la tensione che si crea tra i due, mentre il fumo e la devastazione mutilano lo skyline e il cuore di New York. 
A quel punto io ero bella incollata sul mio divano, occhiali da lettura inforcati, pronta a godermi il seguito della storia. 

Niente. Tonfo sordo, la storia si schianta dopo pochi capitoli. 

Lucy e Gabriel, dopo alcuni mesi di amore appassionato, come svela la trama, si separano. Lui decide di inseguire il suo sogno di cambiare il mondo e diventa fotoreporter in zone di guerra, lei, disperata, rimane a New York. E a questo punto la storia diviene esclusivo appannaggio di Lucy, che fin dall'inizio ci viene presentata come voce narrante del romanzo, costruito come una sorta di lungo racconto. 
Lucy che non si dà pace, che attende un cenno dall'uomo che ama e che non ha mai dimenticato, uomo che per anni (sottolineo anni) si palesa solo sporadicamente, nei momenti meno opportuni e in caso di necessità. 
Lucy, ossessionata, un tantinello egocentrica, decisamente pesante, trova un nuovo amore e inizia una relazione stabile, ma ogni tre pagine sente la necessità di confrontare il nuovo compagno, Darren, con Gabe. 

"Eppure non potevo fare a meno di chiedermi come sarebbe andata se al posto di Darren ci fossi stato tu. Non mi avresti chiesto di fermarmi, mi avresti aiutato a trovare altri spunti. E tutti e due avremmo cercato opportunità di scattare bellissime fotografie..."

Gabe, bello e inaffidabile, viene relegato a comprimario; qualche telefonata, alcune mail, le foto dei paesi dilaniati dai conflitti e sporadici brevi incontri (alla faccia del povero Darren), costituiscono il filo sottile ma tenace che lega i protagonisti in un amore che ha come unica voce e nutrimento l'incapacità di Lucy di dimenticare un uomo apparentemente piuttosto egoista. 

"Darren mi ha mandato un messaggio per sapere come stavo e solo allora mi sono resa conto che sapermi fuori con te non doveva farlo stare molto tranquillo. Che probabilmente era a casa a preoccuparsi". (perspicace la nostra Lucy! Lei fuori con l'ex, dopo anni, e Darren non dovrebbe preoccuparsi?)(scusate, non sono riuscita a trattenermi).

Una storia romantica, sì, ma che personalmente ho trovato monocorde, manca quasi completamente la prospettiva e il punto di vista del protagonista maschile, mentre il racconto di Lucy è spesso ripetitivo e un tantino scontato. C'è un deciso miglioramento nell'ultima parte del romanzo, dove si svelano alcuni aspetti della vita di Gabriel destinati a condurci verso un finale commovente ma un po' prevedibile. 

Peccato, il romanzo è scorrevole, lo stile semplice, alcune parti sono veramente gradevoli, ma non è abbastanza per rendere questo amore indimenticabile. 

Un romanzo adatto come lettura estiva, per vere romantiche! 



Commenti

  1. Conordo sulla poca memorabilità del tutto. A Nicholls non ci va neanche vicino, il finale è scontatissimo, però non gli voluto per nulla male. Ho letto la premessa dell'autrice e si sente che, dietro, c'è tanta delusione, un dolore, che rende bene.
    Mi sono piaciute tanto quelle interrogative sparse qui e lì. "Ti ricordi?", "Dove eri?" ecc. ecc.

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    1. Sì, certi momenti sono piaciuti anche a me, ma non sono riuscita a superare la scarsa simpatia per la protagonista, che a tratti avrei preso a sberle. Peccato. L'idea c'era.

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    2. Io sono un lettore che giudica molto poco, fortunatamente.
      Sarà che, talora, poco mi importa.

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    3. Di solito anch'io vado oltre, questa volta mi è partita la brocca! Sarà il caldo...

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  2. Onestamente, ogni volta che vedevo spuntare questa copertina in rete non mi suscitava grande interesse. Il mio sesto senso trova conferma.
    Bacio e buon weekend

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  3. È una mia impressione o è da un bel po' di tempo che la Nord non ne azzecca una?

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  4. Nuuuuuuuuu! Non lo leggo. Sei stata brava a terminarlo.
    Lea

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  5. Ok, depennato!
    Ho un Nord da leggere e mi viene un po' di ansia al momento :D

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  6. ecco vedi come in due attimi sei riuscita a dare una svolta alla mia decisione. avevo visto che era disponibile in biblioteca ma dopo aver letto le tue parole, bhe croce sopra! :D

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  7. Io invece ho il cuore troppo romantico 😂😂😂 mi è piaciuto moltissimo questa storia, anche de il finale è scontato, avrei voluto che Gabe e Lucy alla fine restassero insieme e il marito fosse infedele, ma ho accettato il finale, mi sembra il finale giusto, l'unica cosa che non mi è piaciuto è stato il fatto che lei abbia tradito il marito, ma per come è stata raccontata i dialoghi e tutto l'ho adorato ♡

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    1. Romaticona! Grazie di essere passata e di aver lasciato il tuo pensiero :)

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