Lettori fissi / segui il blog!

Recensione: Bella mia di Donatella Di Pietrantonio (Ediz. Elliot 2014/ Ediz. Einaudi 2018).

La storia di una donna che si ritrova a improvvisarsi madre, nonostante quell'idea di sé fosse stata abbandonata da tempo, con un adolescente taciturno e scontroso. E ciò che succede alla protagonista e io narrante di questo romanzo, quando la sorella gemella, che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto de L'Aquila. Il figlio Marco viene affidato in un primo tempo al padre, che però non sa come occuparsene. Prendersi cura del ragazzo spetta dunque a lei e alla madre anziana, trasferite nelle C.A.S.E. provvisorie del dopo-sisma. Da allora il tempo trascorre in un lento e tortuoso processo di adattamento reciproco, durante il quale ognuno deve affrontare il trauma del presente, facendo i conti con il passato. Ed è proprio nella nostalgia dei ricordi, nei piccoli gesti gentili o nelle attenzioni di un uomo speciale, che può nascondersi l'occasione di una possibile rinascita. 


La terra trema, all'alba di un giorno come tanti, minuti che sembrano eterni e quando tutto finisce, niente è più come prima. 

Come si sopravvive a un terremoto che in un attimo si porta via tutto ciò che conta, una sorella, la casa, la città in cui vivi, e perfino i ricordi? Si può ricominciare a vivere o si è destinati a sopravvivere in modo precario, in una dimora prefabbricata, in un quartiere di costruzioni provvisorie, senza storia e senza radici, convivendo con la paura e con l'assenza? 

Questo ci racconta Donatella Di Pietrantonio (conosciuta per il bellissimo romanzo L'arminuta, premio Campiello lo scorso anno) in Bella mia, pubblicato per la prima volta nel 2014, qualche anno dopo il terremoto che ha distrutto L'Aquila il 6 aprile 2009. 

Con lo stile essenziale, ruvido e totalmente privo di pietismo e buonismo che la contraddistingue, l'autrice abruzzese ci pone di fronte al dolore e allo smarrimento di Cristina, la protagonista, che nel sisma ha perso la sorella gemella Olivia, e che si trova, nei mesi successivi, a vivere un'esistenza "provvisoria" in un quartiere dormitorio, così lontano da tutto ciò che le è caro e noto, e a fare da mamma, lei che madre non ha mai voluto essere, al figlio adolescente della sorella che le è stata strappata così tragicamente. 

Bella mia è romanzo cupo, a tratti angosciante, che solletica le nostre paure più ancestrali, la morte, il lutto e il senso di colpa di chi resta, la terra che si apre inghiottendo i sogni, i progetti, il lavoro di una vita, lasciando solo l'incertezza di un futuro tutto da ricostruire. 
Bella mia è anche il racconto di una città ferita nel profondo, l'Aquila, della silenziosa dignità dei suoi abitanti, del rimboccarsi le maniche e ricominciare, partendo da piccoli miracoli quotidiani. Un adolescente rabbioso e un cagnolino vagabondo che si concedono reciproca fiducia, un gesto delicato ricevuto da sconosciuti, le mani di Cristina che riprendono a modellare il vetro, e perché no, anche la speranza di un nuovo sentimento che nasce: i primi segni di una possibile, faticosa, rinascita.


Bella mia non mi ha regalato le profonde emozioni e la commozione de L'Arminuta, per me il miglior romanzo letto nel 2017, ma è un libro dolorosamente realistico, e ben scritto, triste ma pieno di pudore, come piace a me. Lo consiglio. 

Genere: Resta la polvere.
Pagine: 191.
Voto: 

 meno meno.



Commenti

  1. Ciao Tessa come ti dicevo Bella mia sarà la mia prossima lettura e anche per me la Pietrantonio è una garanzia. Con la sua scrittura essenziale sa emozionarsi! Buona giornara!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' proprio vero, una scrittura essenziale che però emoziona. Diciamo che L'Arminuta per me è insuperabile, questo romanzo è meno poetico e più realistico. Un bacio.

      Elimina
  2. In lista da quando ho finito L'arminuta. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come dicevo, meno poetico e maturo dell'Arminuta, ma realistico e doloroso. Da leggere.

      Elimina
  3. Ciao Tessa!
    Sono stata tentata tantissime volte di prendere questo libro, complice anche il fatto che abbia amato L'Arminuta, ma per vari motivi non l'ho fatto. Lo attenzionerò maggiormente, in futuro. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono due storie molto diverse, ma se hai amato L'Arminuta e ti piace lo stile dell'autrice, te lo consiglio. Un bacio!

      Elimina
  4. Buongiorno Tessa, anch'io dopo L'Arminuta voglio leggere di nuovo quest'autrice. La copertina tra l'altro è molto molto bella.
    Ma il terremoto no. Vissuto da bimba. Per fortuna qui da me in città niente vittime. Ma il ricordo che si rinnova costantemente ogni tot con le scosse, a ricordarci che siamo terra sismica... No, penso che a malincuore ma romanzi con il terremoto ancora no, per me.
    Buon incontro con le amiche!, Ciao, Marina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco, Marina. Io ricordo la scossa che ha devastato la tua terra, ero bambina e qui a Verona ricordo i libri cadere dalla libreria, i cani abbaiare furiosamente, la gente in strada. E' un ricordo angosciante e indelebile per me, immagino per te e per chi ha vissuto terremoti davvero distruttivi. Ti dirò che all'inizio del romanzo..l'ansia è stata tanta, sono stata tentata di mollare. Forse un giorno lo leggerai anche tu, quando sarai pronta. Un bacio.

      Elimina
    2. Lo leggerò di sicuro. ;-)
      Lea

      Elimina

Posta un commento