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Recensione: Semplice di Giorgio Terruzzi (Ediz. Rizzoli, 2017).


Giorgio Terruzzi, giornalista, scrittore, redattore di programmi televisivi, di sport e soprattutto di rugby se ne intende. È un mondo che conosce bene, quello della palla ovale, dell'amicizia maschile che nasce in campo, si fa più solida in spogliatoio e diviene legame forte e leale, indissolubile: un sentimento destinato a durare tutta la vita. 
Semplice, l'ultimo romanzo dall'autore, parla proprio di questo: di un'amicizia nata tra una partita e l'altra, di sei ragazzini, nella Milano degli anni ‘80, che appartengono alla stessa associazione sportiva, e del loro coach. 

Fin dalle prime pagine si intuisce un vuoto, una mancanza, i ragazzi sono diventati uomini, ciascuno seguendo la propria strada, la propria indole; ma uno, il capitano, il più dotato, il più generoso in campo e nella vita, non c'è più. 
La sua figura carismatica riempie ogni pagina, anche nell'assenza, mentre la sua fine per molti capitoli rimane avvolta nel mistero. La narrazione indugia tra presente e passato, tra le goliardate e gli anni della spensieratezza, e una maturità che ha creato famiglie, distacchi, e qualche rimpianto. C'è un filo sottile che è sopravvissuto intatto al tempo, al vuoto, alla tristezza; e così, quando il destino chiama i cinque ex ragazzi e il loro allenatore a giocare una nuova "partita", lo spirito di squadra riaffiora prepotente e più forte che mai, nel ricordo di chi non c'è più. 

Romanzo veloce dal linguaggio giovanile, Semplice si legge scorrevolmente, molti dialoghi, frasi brevi, pochi fronzoli. È una storia di sport e di buoni sentimenti, perfetta come lettura estiva per giovani sportivi (io mi sono sentita un po' fuori target) che si potranno immedesimare nei protagonisti e nelle loro imprese, in campo e fuori. 

Mario: "Vi siete mai chiesti perché avete scelto il rugby?. Io sì". Alex: "Perché è una figata pazzesca?". Mario: "Perché mi fa sentire utile". Angelo: "Lo stesso per me. E poi mi diverto da matti".

Giorgio Terruzzi regala un tributo alla grande forza dello sport, che aggrega, forma, livella le differenze sociali, e omaggia il rugbista Max Capuzzoni, giovane talentuoso, venuto tragicamente a mancare troppo presto: su di lui e sulle sue imprese è ispirata la figura del protagonista di Semplice.

Genere: Amici per sempre.
Pagine: 268.
Voto: 

Commenti

  1. Non lo conoscevo, ma mi ispira molto - saranno la copertina e il titolo, saranno le tue parole. Un po' meno il voto (tre stelline o Converse che siano), che do a quei romanzi che mi lasciano un po' scontento.

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    1. Tre stelline che mi sono un po' costate, in effetti. Perché mi piace la cover, perché la storia sulla carta poteva farmi commuovere, ma il risultato è tre, né carne né pesce. Forse troppo giovanile nello stile, forse troppo veloce per i tanti personaggi. Si legge, ma lascia poco. Sono diventata cinica.

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  2. Ammetto che cover e titolo mi ispiravano, ma quel tre... ho troppo altro da portare avanti adesso, per perdere tempo con un libro che non è né carne né pesce. Passo, grazie!

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    1. Non so, magari sono diventata veramente vecchia e cinica. L'idea c'è, ma il risultato nel complesso non mi ha esaltato. Peraltro abbiamo spesso gusti diversi, magari un giorno mi menerai per avertelo sconsigliato ;)

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    2. Oh non potrei mai! Tutt'al più, ti frego la torta!!

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  3. Io che tra sport e società ci vivo, che ho un figlio che tra campo e spogliatoio ci è cresciuto, un marito altrettanto attivo nello sport che di assenze ne ha subite tante, non posso che ringraziarti per aver scritto il tuo pensiero, lo regalerò ai miei uomini di casa. <3

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  4. Risposte
    1. E biblioteca sia! A te non lo consiglio, secondo me non ti piacerebbe più di tanto.

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