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Recensione: Swing time di Zadie Smith (Ediz. Mondadori, 2017).

Cari Lettori, oggi vi propongo la recensione "sofferta" di un libro che mi è piaciuto a metà: si tratta di Swing time, il nuovo romanzo di Zadie Smith.
 
Raccontato in prima persona da una narratrice della quale conosceremo, capitolo dopo capitolo, molte vicissitudini, ma mai il nome di battesimo, Swing time, titolo mutuato dall'omonimo film con Fred Astaire e Ginger Rogers del 1936, inizia come una storia di amicizia tra due bambine accomunate dal colore della pelle, provengono entrambe da famiglie multirazziali, dall'amore per la danza, e dall'essere nate in un quartiere periferico e multietnico di Londra, dove le opportunità sono scarse e i pregiudizi pesanti. 

Malgrado storie famigliari molto diverse, le due hanno figure materne e paterne agli antipodi, e differente talento artistico, la protagonista e la sua compagna del corso di danza, Tracey, creano un legame stretto e condividono per anni sogni e bisogni. 
Le loro personalità e inclinazioni ci vengono svelate pagina dopo pagina: l'una, la narratrice, timida e schiacciata da una madre bella, intelligente e ingombrante, ha una voce intonata e molta fantasia, ma piedi piatti e un fisico inadatto alla danza, l'altra, Tracey, è bizzosa, viziata e un po’ prepotente, ma è molto talentuosa e il suo corpo pare creato per ballare. 

La loro amicizia durante gli anni delle scuole dell'obbligo costituisce il solido centro narrativo dei primi capitoli, dove è forte anche il richiamo al contesto sociale, politico e razziale in cui si muovono le due ragazzine. 
Presto la vita e le diverse aspirazioni dividono le due protagoniste: Tracey insegue i suoi sogni e il suo talento, iscrivendosi ad una prestigiosa scuola di danza e scomparendo lentamente dall'orizzonte dell'amica, che, invece, dopo varie peripezie, diventa assistente personale di un' eccentrica pop-star di fama internazionale. 

Un peccato, perché Tracey, secondo me, è il personaggio più intrigante e controverso del romanzo, e i momenti (purtroppo troppo pochi) in cui le vite delle due ex amiche si incrociano, più o meno casualmente, nell'arco di una narrazione lunga un trentennio, risultano i più interessanti. Mentre Aimee, la pop-star, una sorta di incrocio tra Beyoncé e Angelina Jolie, vezzi da diva, teorie new-age e impegno sociale, risulta un personaggio lontano, ambiguo, quasi artificioso. 
La storia segue la protagonista e Aimee tra Londra, New York e l'Africa, dove le energie della star e dei suoi collaboratori sono impegnate nel progetto di costruzione di una scuola femminile. Tra flash-back, personaggi di ogni continente che si accalcano tra le pagine, e trame collaterali che rallentano la narrazione, portandola, a mio parere, lontana dal cuore originario del romanzo, Swing time smarrisce freschezza e lucidità.
Nell'interminabile vagare tra villaggi africani e case milionarie, tra ricchi del jet set e maestri del continente nero desiderosi di riscatto, il libro perde di vista le due bambine che sognavano ballando davanti a vecchi film in bianco e nero e la loro amicizia.

Swing time è un romanzo che parla di identità culturale, di radici, di genitorialità, della difficoltà della protagonista di uscire dal cono d'ombra nel quale sembra costantemente nascondersi (schiacciata dal talento di Tracey, dal fascino della madre, dalle bizze di Aimee) e di molto altro; un romanzo che affascina nella prima parte, ma che poi soffoca il lettore mettendo troppa carne al fuoco. 
Bello e inaspettato il finale, liberatorio e amaro.
Un libro con tante potenzialità, che non è riuscito però a entrarmi nel cuore. Peccato, le premesse c'erano tutte e avevo voglia di conoscere quest'autrice acclamata da pubblico e critica. 

Genere: Danzando tra un continente e l'altro.
Pagine: 417.
Voto: 


Commenti

  1. Tante le cose che mi attirano verso questo romanzo, definito capolavoro dalla mia libreria di fiducia, complice il suo amore per l'autrice. La tua recensione è chiara, mi aiuterà nella riflessione.

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    1. Cuore, questo è un libro che forse non ho compreso fino in fondo, mi sono persa nel "troppo", mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi. Torna a trovarmi e raccontami come lo hai trovato :)

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  2. Ciao Tessa, ti aspettavo al varco con questo libro, lo sai vero?
    Zadie Smith lo leggerò a prescindere da tutto, proprio e soprattutto per il suo affresco culturale.
    La tua recensione sobria e magniloquente, nonostante il "ni", mi rende ancor più sicura di volerne la lettura.
    Un bacio e a presto, grazie e buon fine settimana, Marina

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  3. Ero convinta di aver commentato! Dunque il succo era questo: non mi attira per niente, ma le tue recensioni sono sempre gradevolissime.
    bacio da lea

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  4. sono d'accordo sul fatto che e' tropo lungo e mette troppa carne al fuoco perdendo freschezza narrativa. Lo sto leggendo in inglese e tutte le criche in inglese sono stati unanimi nell'elogiare questo romanzo. Permane pero' il fatto che e' una grndissima scrittrrice ricca di pathos nel descrivere le relazioni umane...

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