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Recensione: La famiglia Aubrey di Rebecca West (Ediz. Fazi, 2018. Anteprima).



Buongiorno Lettori, oggi ho il piacere di presentarvi La famiglia Aubrey (titolo originale The fountain overflows, 1956), primo romanzo, da oggi in tutte le librerie per Fazi Editore, di una saga famigliare in tre volumi scritta dall'autrice britannica Rebecca West. 

Ambientato nei primi anni del Novecento, e in parte autobiografico, il romanzo segue le vicende di una famiglia inglese assolutamente non convenzionale, vissute attraverso gli occhi e i ricordi d'infanzia di Rose, alter ego di Rebecca West, figlia mediana di Piers e Clare Aubrey.

Ho il piacere di presentarveli, gli Aubrey, e di invitarvi nel loro salotto londinese, in una vecchia casa, Lovegrove, dove si sono trasferiti da poco, dopo un periodo trascorso in Scozia, una delle tante tappe della loro movimentata storia famigliare. È un salotto con mobili di poco valore, con i tappeti un po’ lisi e i servizi di porcellana che hanno visto tempi migliori, ma nessuno sembra farci più di tanto caso, gli Aubrey sono artisti, sono anticonformisti e con il denaro hanno un rapporto del tutto particolare.

Piers Aubrey è un giornalista, un economista visionario genialoide, tanto intelligente quanto incapace di provvedere economicamente alla sua famiglia. Clare Aubrey, che è stata una musicista di successo prima del matrimonio, è una donna logorata dalle continue preoccupazioni economiche, ma è soprattutto un'artista la cui principale preoccupazione è quella di coltivare l'intelligenza e il talento musicale dei figli. Rose, la sorella gemella Mary, e il piccolo Richard Quinn, tre dei quattro fratelli Aubrey, mostrano un’innata predisposizione musicale, mentre la primogenita Cordelia, una ragazzina tenace e di bell'aspetto, povera lei, non ha alcun dono artistico, ed è per questo continua fonte di preoccupazione (e delusione) per la madre. 

Ecco una caratteristica che mi ha colpita fin dalle prime pagine: gli Aubrey non si trincerano dietro sorrisi di circostanza, nessuna bugia pietosa, nessun tentativo da parte dei genitori di proteggere i ragazzi da scomode verità! Cordelia viene apertamente sbeffeggiata dalle sorelle per il suo scarso talento, mentre la madre la prega, piuttosto apertamente, di abbandonare qualsiasi sogno artistico, per non incorrere in pubbliche umiliazioni. Allo stesso modo, le ragazze sono consapevoli dei problemi economici della famiglia, degli sforzi che fa la madre per assicurare loro una vita decorosa, dell'inaffidabilità del padre, che pur sembrano amare immensamente. Le piccole Aubrey, specie Rose, sono fortemente protettive nei confronti della mamma Clare, personaggio in costante bilico tra forza e fragilità. Le preoccupazioni non mancano, insomma, eppure, l'atmosfera che Rose bambina ci regala, vivida nel suo racconto, è quella di una quotidianità affettuosa, ricca d'amore, di buoni sentimenti e di un pizzico di magia. 

Tra chiacchiere attorno al camino, tè pomeridiani, solfeggi e discussioni musicali, visite ai cugini, animali immaginari e confidenze notturne, la vita degli Aubrey scorre, pagina dopo pagina, apparentemente senza grossi eventi di rilievo. Ci sono momenti di dolore, di perdita, di tensione, perfino incursioni nel sovrannaturale: il racconto di Rose li cattura, li sfiora, li annota, per poi tornare a focalizzarsi sui piccoli gesti quotidiani. 

Quando sono entrata nel salotto degli Aubrey, mi è venuto spontaneo pensare a quello della famiglia Cazalet (Saga dei Cazalet, di Elizabeth Howard sempre edita da Fazi, qui se volete sapere di più). Ho presto capito che paragonare le due famiglie ha poco senso: il contesto storico e sociale è troppo diverso. I Cazalet si muovono nell'Inghilterra a cavallo delle due guerre mondiali, sono borghesi, sono abbienti, hanno i piedi ben piantati per terra e nascondono segreti e dolori dietro a un sorriso, a volte amaro, di circostanza; gli Aubrey, a inizio secolo, quando tutto deve ancora succedere, faticano a sbarcare il lunario, sono artisti,  sognatori poco o nulla interessati alle cose materiali. Non da ultimo, è importante considerare che i romanzi con protagonisti i Cazalet vennero pubblicati per la prima volta negli anni Ottanta, più di vent'anni dopo l'uscita de La famiglia Aubrey.

La famiglia Aubrey è un romanzo, delicato, ricercato, elegante, un romanzo di formazione che racconta una quotidianità ovattata e gentile, ma che è capace di trasformarsi improvvisamente in una sorta di favola gotica o in un melodramma. Un po' Dickens, un po' Piccole donne, La famiglia Aubrey sa stupire e mescolare generi e atmosfere diverse.

Lo stile della West, brillante giornalista ed intellettuale del secolo scorso, è uno stile ricco di descrizioni, colto e poetico; forse non ha l'umorismo pungente che mi sarei aspettata da una scrittrice descritta da Virginia Woolf come "una zingara tenace come un terrier", ma è sicuramente pieno di bellezza.

Mi sono affezionata agli Aubrey, specie a Rose, anche se ammetto di aver fatto un po’ fatica a comprendere Piers e Clare e il loro modo così poco prammatico di affrontare la vita. 

In conclusione, un libro decisamente da riscoprire, per gli amanti delle saghe famigliari, per chi non ha bisogno di adrenalina e trame movimentate, per chi ama le storie senza tempo.

Genere: La casa dei dolci ricordi.
Pagine: 430.
Voto:
 e mezzo.

Commenti

  1. Ciao Tessa! Recensito anche io questa mattina.
    Io invece il paragone con i Cazalet l'ho fatto perchè le atmosfere me li hanno molto ricordati, nonostante le immense differenze.
    Sono d'accordo con il tuo giudizio. Anche io all'inizio faticavo a capire i due genitori, poi però l'evolversi della vicenda mi ha reso la questione meno ostica.
    Non vedo l'ora di capire come si evolverà la vita di questa famiglia particolare!!! :)

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    1. Ciao Dani, oggi sono stata in viaggio e ho letto la tua recensione di corsa e sul telefonino, domani passo con calma. In realtà il paragone con i Cazalet viene spontaneo, il genere è quello e l'ambientazione, very british, anche. Come anche tu sottolinei, le due famiglie sono completamente diverse, non sono sicura che chi ha amato i romanzi della Howard e la loro atmosfera, si troverà a suo agio a casa Aubrey e viceversa! Anch'io sono curiosa di vedere come evolverà la storia! A presto!

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  2. Romanzi che forse non troppo fanno per me, ma che saranno le belle copertine illustrate, saranno le vostre parole, mi affascinano sempre...

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    1. Eppure io un tentativo con i Cazalet lo farei, se fossi in te!

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  3. Mi sembra davvero una bella lettura, amo le saghe familiari. Poi la cover è stupenda!

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    1. Se ami il genere..non puoi fartelo scappare! Anche perché il finale, apertissimo, crea aspettativa e prevedo gli Aubrey diventeranno per molti una bella "dipendenza" ;)

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  4. Che bella recensione dettagliata. Io ho scoperto recentemente di adorare le saghe famigliari, mi cullo tra quella "staticità" che si trova spesso nelle loro storie, ma che raccontano così bene e profondamente il quotidiano...insomma, anche questo romanzo mi incuriosisce davvero molto.

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    1. Oh, allora questo devi assolutamente leggerlo! Qui la quotidianità è proprio protagonista, provalo! Grazie di essere passata e del commento!

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  5. Ho recensito anch'io questo primo volume della saga e condivido le tue opinioni. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più su Piers, sulla sua sparizione notturna e sul contenuto misterioso della nicchia segreta nel salotto. Sono sicura che la famiglia Aubrey ci stupirà con le sue scelte di vita anche se le nubi della prima guerra mondiale già oscurano l'orizzonte :)

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    1. Anch'io leggerò sicuramente il seguito, che, da quanto ho capito (leggendo qualche spoiler), ci regalerà qualche sorpresa!

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  6. Ho letto i primi due capitoli della saga dei Cazalet e ad agosto continuo i successivi. Mi piacciono i Cazalet e le saghe familiari, sicuramente leggerò La famiglia Aubrey ho voglia di immergersi nelle atmosfere british. Buona domenica!

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  7. Ciao cara,
    come sai sono in colpevole ritardo con i Cazalet e quindi non inizierò una nuova saga senza aver terminato quella.
    un bacio da lea

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  8. Anch'io come Lea sono restia ad iniziare una nuova saga, anche se devo dire che questa mi intriga molto. Per fortuna i libri non scadono, magari più in là ci farò un pensiero.
    Un bacione,
    Stefi

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