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Recensione: Trilogia dell'isola di Lewis di Peter May (ediz. Einaudi 2012-2013)

Ci sono romanzi che ti portano lontano, ti avvolgono e ti accompagnano in un viaggio alla scoperta di luoghi, tradizioni, emozioni nuove: questo è quello che ho provato leggendo i primi due capitoli della Trilogia dell'isola di Lewis (L'isola dei cacciatori d'uccelli e L'uomo di Lewis) dell'autore scozzese Peter May (il terzo capitolo non è ancora stato pubblicato).


Inizia a Glasgow il nostro viaggio con l'Ispettore Fin McLeod, protagonista di questi romanzi gialli, ma le atmosfere metropolitane sono solo il punto di partenza, perchè la vera meta è l'isola di Lewis, fazzoletto di terra nell'arcipelago delle Ebridi Esterne, al largo della costa Occidentale della Scozia. 
Fin McLeod si lascia alle spalle un lutto straziante e una situazione sentimentale complicata ed approda a Lewis, sua isola natale, il luogo che ha abbandonato da ragazzo, in cerca di fortuna sulla terraferma; il suo è un viaggio di lavoro, deve infatti indagare sulle analogie tra un caso di omicidio avvenuto a Glasgow e uno appena avvenuto sull'isola di Lewis.
Nulla di così originale nella trama viene da dire...niente di più sbagliato! Perchè dal momento in cui l'Ispettore mette piede sull'isoletta, il romanzo diventa un potente affresco sulla natura e sulle tradizioni di un microcosmo, quello delle isole scozzesi, tutto da scoprire. 
Tra paesaggi mozzafiato e personaggi burberi ed orgogliosi, selvaggi quanto la natura che li sovrasta, il viaggio di lavoro dell'Ispettore McLeod si trasforma in un viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio di "ritorno a casa". 
I piani temporali si alternano tra il presente ed un passato mai dimenticato ed è attraverso gli occhi di Fin bambino, e poi ragazzino, che scopriamo l'isola, sferzata da un vento costante, lambita da un oceano impetuoso, dove nuvole, pioggia e squarci di sole si rincorrono su brughiere e spiagge selvagge. Attraverso i ricordi di Fin conosciamo gli abitanti di Lewis, prima fra tutti Marsaili, la bambina che gli ha rubato il cuore sui banchi di scuola, la ragazza che ha amato, la donna che non vede da anni; Marsaili e la sua famiglia, che tanta importanza hanno nello sviluppo della trama, sia di questo romanzo che del successivo.
Lewis è l'isola dei cacciatori di uccelli perchè ogni anno, su uno scoglio inospitale in mezzo all'oceano, viene consumato un rito antico e brutale: la mattanza delle sule; una specie di rito di iniziazione per gli uomini dell'isola, un retaggio di un passato lontano ma ancora vivo. E' proprio sullo scoglio della mattanza, in un finale mozzafiato, che si chiude il primo capitolo della trilogia di Peter May.
Nel romanzo successivo, L'uomo di Lewis, ritroviamo Finn McLeod a Lewis per motivi personali, ma il ritrovamento di un cadavere in una torbiera dell'isola mette il protagonista in una posizione difficile, il cadavere risulta infatti avere un DNA simile a quello del padre di Marsaili, Tormod MacDonald.
E così, mentre Fin e Marsaili indagano sull'identità del cadavere sconosciuto, Tormod, anziano ed affetto da demenza, diventa voce narrante delle memorie del passato, il suo passato segreto, fatto di orfanotrofi, bambini maltrattati e "venduti".  
Peter May è un autore poco conosciuto in Italia, ma per me è stato una vera rivelazione; nell'infinito panorama del giallo "nordico", May ha saputo creare un personaggio credibile ed intrigante, sufficientemente tormentato, ma non dedito alla sbronza molesta, alla rissa ed alla ribellione a tutti i costi (Fin McLeod è un gran figo, a dirla tutta!); se si aggiunge una scrittura molto fluida, ed un'ambientazione mozzafiato..il risultato è notevole. 
La natura descritta dall'autore è così viva, palpitante e reale, che una volta girata l'ultima pagina dei romanzi, viene la voglia di visitare davvero l'arcipelago delle Ebridi, di sentire il vento che viene dall'oceano sferzarti la faccia e godere di panorami incontaminati come questo!



Commenti

  1. Bel consiglio, tengo presente questi due titoli ^^

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    1. Sono romanzi "speciali", soprattutto il primo.
      Grazie di essere passata :)

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  2. Ho letto il primo mentre viaggiavo per l'isola di Lewis e subito dopo aver visitato la spiaggia dove viene ritrovato il cadavere iniziale. Esperienza imperdibile! :-)

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  3. Non conoscevo questa trilogia, ma il modo in cui parli dell'isola mi ha conquistata, anche se mi risulta difficile associare questo paesaggio incontaminato con il genere giallo, che immagino in atmosfere più cupe.
    Una scelta curiosa.

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    1. ..incontaminato ma spesso selvaggio e ostile, piovoso e cupo. Scelta originale e vincente!

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