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Recensione: La più amata di Teresa Ciabatti (Ediz. Mondadori, 2017).

"Sono una fallita di mezza età con una prospettiva di successo che diminuisce di anno in anno".

È spietata con se stessa Teresa Ciabatti, quarantaquattro anni, donna irrisolta per sua stessa ammissione. Autrice di alcuni romanzi e film di scarso successo, madre incapace di slanci affettivi, personaggio bizzoso e difficile da amare, così si descrive nel suo ultimo libro, pubblicato recentemente da Mondadori, dal titolo La più amata.
Si tratta di un memoir in cui l’autrice scava nel groviglio dei suoi rapporti famigliari alla ricerca delle radici del proprio disagio di donna incompiuta. E questa ricerca diviene pretesto per raccontare la figura del padre, Lorenzo Ciabatti, primario di chirurgia dell'ospedale di Orbetello, uomo complesso, affascinante e scontroso, ricco e potente, benefattore per molti, massone e faccendiere, invischiato in loschi traffici per altri. 


Il racconto di Teresa si dipana attraverso più piani temporali tramite istantanee vividissime della sua infanzia e adolescenza, immagini e ricordi che si susseguono veloci, in una narrazione senza respiro che ha come unico filo conduttore la necessità della protagonista di essere la più amata

Eccola, la piccola Teresa Ciabatti bambina, la principessa di papà, la preferita del Professore; lo aspetta fuori dalla sala operatoria, accudita e riverita da medici e infermieri, aspetta che lui esca, imponente nel suo camice bianco, il cavaliere dall'armatura scintillante che salva vite e poi l'abbraccia stretta, la vizia, le permette di toccare quell'anello d'oro con lo zaffiro e le strane incisioni, quello che lui non toglie mai, ricordo dei suoi studi americani, narra la leggenda. Emblema di faccende ben più losche, si convincerà Teresa molti anni più tardi. 

Lei è bambina e ancora lo venera, il suo papà, e vive nel riflesso accecante del suo potere; petulante e viziata, cresce nel lusso del piccolo grande impero Ciabatti, dove essere la figlia del Professore apre molte porte: un ruolo da prima ballerina che forse non merita, una bambola parlante che nessuna bambina possiede, la piscina più bella, la villa più lussuosa. 

Eppure, col passare del tempo, il dubbio comincia a insinuarsi e le certezze dell'infanzia vacillano: sono sempre la tua principessa, papà? 

Papà è sfuggente, troppo occupato a lavorare, a intrallazzare, a passare tempo con gli amici potenti (fra i quali, pare, anche Licio Gelli), il legame con la moglie Francesca Fabiani (un bellissimo personaggio, tutto da scoprire) si sfilaccia pian piano, logorato da tradimenti, segreti e bugie.
La famiglia Ciabatti, potente, chiacchierata, invidiata, entra in crisi.

Teresa diventa un'adolescente grassoccia e scontrosa, non è più la bimba perfetta, sicuramente non si sente la più amata. Entra in conflitto con il padre, non trova appoggio nella madre, si ribella, si comporta in modo scostante e irrazionale, ma la sua voce narrante si incrina, fragile: guardami papà, amami per quella che sono. 

"Questa sono io adolescente. Un agitarsi di forze scomposte e disperate."

Quando i genitori si lasciano definitivamente, Teresa segue la madre a Roma, il distacco è traumatico: nella capitale lei è una ragazza qualunque, il suo cognome non apre più alcuna porta. E' una situazione alla quale è impreparata, perde contemporaneamente il riferimento paterno e lo status sociale. 

Negli anni che seguono l'impero Ciabatti pare dissolversi nel nulla, mentre il mistero attorno alla figura del Professore si infittisce.

Chi eri veramente papà, perché mi hai negato l'eredità che mi spettava? Si chiede ossessionata Teresa, ormai adulta, mentre fruga nei ricordi e nei documenti del padre, morto nel 1990, alla ricerca di prove e verità che purtroppo sono sepolte chissà dove. Lorenzo Ciabatti: il medico benefattore e il papà affettuoso o il losco  personaggio, forse legato alla loggia massonica P2?

Autofiction spietata e totalmente priva di indulgenza, ma pervasa da una struggente malinconia, La più amata è un romanzo senza fronzoli, un dialogo interiore carico di tensione che racconta il dolore lancinante di una figlia lacerata dai dubbi e dalla delusione. 

Un libro coraggioso e disarmante quanto la sua autrice, Teresa Ciabatti, quarantaquattro anni, irrisolta, forse antipatica, certamente non più una fallita.
Da leggere.



Genere: Onora il padre e la madre.
Pagine: 228
Voto:




Commenti

  1. Interessante! Bella recensione lo metto in lista,mi piacciono i libri che raccontano storie famigliari. Grazie Tessa

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    1. Grazie a te! Questa è una storia molto particolare, non è la classica autobiografia. Spero ti piacerà!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Mi hai dato un brivido. Se tu scrivi da leggere...io leggo.
    Lea

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    1. Grazie della fiducia😊! Secondo me potrebbe piacerti. Bacio.

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    2. ecco mi sono sentita proprio come Lea, ha dato voce ai miei pensieri! accidenti a te :) e lo dico con tanto affetto.

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    3. Grazie Chicca, probabilmente ho "sentito" molto questo libro, sono una ex cocca di papà, come tante bambine (ecco, io non avevo la piscina hollywoodiana, ma il papà medico-eroe sì!).

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  4. Lo avevo già adocchiato e mi era parso un titolo interessante. Dopo la tua recensione (bellissima, complimenti!) credo che dovrò assolutamente leggerlo!

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    1. Grazie mille, sono contenta la recensione ti sia piaciuta, non è stato facile scriverla, è un romanzo difficile da raccontare senza svelare troppo. È senza dubbio un libro interessante.

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  5. Messo in lista anch'io. Tendo, in generale, a passare oltre ai Mondadori. Sarà che non sopporto chi ci lavora, onestamente. :)

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