Recensione: Correva l'anno del nostro amore di Caterina Bonvicini (Ediz. Garzanti, 2014).

Olivia e Vincenzo crescono spensierati in una grande villa sui
colli bolognesi. Coccolati dalla tata e "riparati" dal mondo esterno dai cancelli
del lussureggiante giardino, i due bambini vengono allevati come fratelli e sono legati da un
sentimento di cameratismo e da un'attrazione fanciullesca, che abbatte l'enorme
barriera che li divide e della quale sono ancora inconsapevoli: la classe
sociale. Olivia fa parte di una ricca famiglia borghese, i Morganti, suo nonno Gianni è un
imprenditore intelligente e smaliziato, sua nonna Manon una donna colta e
intelligente, pronta a proteggere famiglia e status sociale a suon di giri di
perle, sorrisi di circostanza e lesta nel nascondere i dolori sotto un costoso
tappeto persiano. Valerio invece è "solo" il figlio del giardiniere e della domestica.
Così, quando la madre di Valerio, ambiziosa e avida, decide di volere qualcosa di
più di una vita "a servizio" e si trasferisce a Roma col figlio ancora bambino,
Valerio si rende conto, non senza un certo di sgomento, che la borgata
della capitale nella quale è stato catapultato e la villa dei Morganti sono due mondi inconciliabili e
che lui è straniero in entrambi.
Mentre corre la storia d'Italia, dagli anni
di piombo e delle stragi di terrorismo, all'ascesa del governo Berlusconi, da
Tangentopoli, a Mani pulite, corre anche, affannosamente, il sentimento tra
Olivia e Valerio, un amore mai sopito ma che sembra non essere mai "abbastanza".
Il destino si divertirà a far incrociare le loro strade, i capricci, le
ambizioni, le differenze a dividerle.
Olivia diventerà donna senza mai
riuscire a scrollarsi di dosso l'etichetta di ragazza ricca e capricciosa, anche
quando, alla morte di nonno Gianni, l'impero economico dei Morganti crollerà
miseramente; apparentemente senza ideali e ambizioni, passerà la vita rincorrendo relazioni sbagliate, perennemente in fuga, incapace di amarsi e di amare in modo adulto e consapevole.
Valerio, d'altro canto,
rinuncerà al sogno giovanile di diventare magistrato, si legherà a una ricca famiglia di
costruttori romani, trasformandosi, per la felicità della madre, in un ricco,
infelice, corrotto "palazzinaro".
Si inseguiranno e si penseranno per quarant'anni, i due, forse idealizzando il sentimento
che li univa da bambini, innegabilmente attratti fisicamente, ma incapaci, a
conti fatti, di costruire qualcosa insieme. E quella differenza economica e
sociale, a sorti alterne, sarà comunque più potente del sentimento.
Con uno
stile ironico e leggero, la Bonvicini racconta, in modo pungente e al contempo
indulgente, i vizi e le contraddizioni della nostra società, di un mondo disposto al
tradimento e alla corruzione in nome del dio denaro e del potere, di una borghesia che non è riuscita ad inculcare ai figli il valore del lavoro e della fatica.
Amaro, ma con
leggerezza, il romanzo, che trova in Valerio la sua perfetta voce narrante, scivola via veloce, regalandoci alcuni personaggi azzeccati (uno per tutti, nonna Manon, indimenticabile) e una storia d'amore (amore?) esente da romanticismi, ma pervasa, fino a un finale non scontato, dal sapore dolce amaro del rimpianto, .
Come guardare un album di fotografie ingiallite, ritrovando, per un attimo, lo sguardo divertito e puro del bambino che sei stato e dell'adulto che invece non sei riuscito a diventare.
Genere: Una storia tutta italiana.
Pagine: 257.
Voto:
Sembra il mio genere. Prendo nota!
RispondiElimina..e allora non posso che consigliartelo caldamente!
EliminaTessa, mi sono ritrovata in pieno nella tua recensione accurata! Credo che lo abbiamo apprezzato alla stessa maniera ;)
RispondiEliminaSi, sì :) ora mi metto in cerca degli altri romanzi dell'autrice!
EliminaMi hai fatto proprio venire voglia di leggerlo. La chiusa finale è da Oscar. Ho apprezzato molto.
RispondiEliminaLea
Devi leggere il libro, Lea, la apprezzerai ancora di più! grazie :)
EliminaLa Bonvicini l'ho scoperta di recente con Tutte le donne di ed ero proprio alla ricerca di altri suoi titoli da recuperare. Grazie Tessa!
RispondiEliminaQuesto merita sicuramente! adesso sono in cerca anch'io degli altri titoli :)
EliminaAltro romanzo che mi hai ricordato di voler leggere!
RispondiEliminaPenso che ti piacerà! un bel romanzo italiano, non lo puoi perdere.
EliminaCiao Tessa, grazie per questa bella recensione che mi ha fatto ricordare con piacere il libro della Bonvicini che avevo letto appena uscito!!!
RispondiEliminaGrazie di averlo ricordato con me, qui nel mio angolino!
Eliminavoglio leggerlo anche io!!!!!!!!!!!!!! e la tua recensione stupenda come sempre
RispondiEliminaGrazie cara, sei un tesoro :)
EliminaCarissima Roby, l'ho finito proprio l'altro ieri!!! Non mi è piaciuto tanto quanto "tutte le donne di" ma devo ammettere che è stato un libro piacevole. domani il mio pensiero sul blog, forse !!! baci
RispondiEliminaAspetto di leggerti! e devo recuperare Tutte le donne....
EliminaOk, finito e buttato fuori il mio pensiero. Niente da fare! L'ho amato, ma ho preferito di gran lunga l'ultimo romanzo, che ti consiglio vivamente di leggere!
RispondiEliminaMesso in WL! lo stile dell'autrice mi è piaciuto molto, quindi aspettative alte...
EliminaCiao Tessa convincente e coinvolgente il tuo pensiero, lo metto in wish, ma prima voglio leggere Tutte le donne di, mi intriga moltissimo, spero soddisferà le mie aspettative.
RispondiEliminaNe parlano tutti benissimo..non ci resta che leggerlo!
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